recensioni dischi
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ANDREA CHIMENTI  "Il deserto la notte il mare"
   (2021 )

“Beatissima la luce che del buio è il vanto” (da “Beatissimo”). Ed allora eccolo lo spiraglio di luce capace di illuminare il buio: il ritorno di Andrea Chimenti.

L’ex cantante dei Moda, quelli che negli anni ottanta suonavano new wave, il più “dandy” tra gli artisti italiani, con il suo decimo album solista dimostra di essere in splendida forma artistica.

Questa sua ultima opera riesce a racchiudere tutte le esperienze musicali del musicista reggiano, le origini negli anni pioneristici dell’IRA, la mitica etichetta che stampò i primi dischi di Litfiba, Diaframma e Moda, il passaggio attraverso il periodo d’oro del rock italiano negli anni '90: si percepiscono anche le tracce lasciate dal cantautorato più colto, dal trip hop e dal prog, ma le influenze più importanti arrivano dai due grandi David della storia della musica internazionale. Stiamo parlando degli imprescindibili David Bowie e David Sylvian.

Inutile dire che, con simili riferimenti, una cupa desolazione avvolge tutto il disco, capace però di elevarsi in picchi poetici molto raffinati, sempre con testi non troppo espliciti che, celando i contenuti, si svelano lentamente e mai mettendosi totalmente a nudo.

È La voce di Andrea Chimenti la grande protagonista dell’album, passando dalla recitazione al canto, interpretando in modo magistrale tutte le sfumature e i registri che le canzoni mettono in scena: le collaborazioni, poi, aggiungono ulteriore splendore a tutto “Il Deserto La Notte Il Mare” a partire dall’ex Van Der Graaf Generator David Jackson, quello che suonava due sax contemporaneamente ed ha fatto la storia del progressive.

Se non dovesse bastare troviamo anche altri monumenti del rock alternativo italiano: Antonio Aiazzi, ex Litfiba, che firma in collaborazione anche due brani (''KV'' e ''Beatissimo''), Francesco Magnelli, ex CSI e CCCP, l’ex compagno dei Moda Fabio Galavotti, e Ginevra Di Marco che duetta con Chimenti nell’accorato brano “Allodola Nera”.

L’album ha veramente tante frecce al proprio arco, a partire dal singolo “Milioni” dall'andamento pop carico di spleen a reggere la voce di Andrea Chimenti, che con il suo tono più ammaliante evoca la ciclicità e la futilità del nostro cammino terreno (“milioni di stelle che cadono e si incendiano/ milioni di onde si innalzano e si infrangono”). Il finale a sfumare è affidato al sax di David Jackson che giganteggia (ma non ne dubitavamo...). Altra potenziale hit è “Beatissimo”, episodio notturno, riflessivo, cullante come i CSI più ispirati, un confortante anestetico per non avvertire le buche e gli scossoni durante il viaggio della vita.

Da segnalare anche “In Eterno”, con il suo mood avvolgente e Chimenti che bowieggia concedendosi anche una parte cantata in inglese, e poi le atmosfere torride per la preghiera e invocazione “KV” (abbreviazione di Kyrie Eleison), con le tastiere di Aiazzi ululanti come sirene tentatrici, ed ancora il prog di “Garcia”, da un riadattamento di un testo di Garcia Lorca,e infine la ninna nanna guerriera di “Bimbo”, dove viene evocato il titolo dell’album “Il Deserto La Notte Il Mare” a rappresentare le difficoltà da superare nel viaggio, e sotto forma metaforica i luoghi dell’anima, proiezioni della situazione culturale del paese e personale dell’artista.

Un disco da consigliare, ispirato e molto curato, con una formazione di collaboratori di primissimo piano che danno prestigio e sostanza a tutte le canzoni. Il ritorno di un artista importante del panorama italiano, sicuramente il più in forma tra quelli della sua generazione… E allora che luce sia. (Lorenzo Montefreddo)