recensioni dischi
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MICHELE GAZICH  "Argon"
   (2022 )

La premessa č che parliamo di eccellenze italiche, ossia di musicisti che c'invidia tutto il globo per spiccato talento e sensibilitą: da Andrea Griminelli (flauto) a Stefano Bollani (pianoforte), sono giusto un paio di nomi tanto per rinfrescar la memoria.

Ma c'č anche un violino tanto stimato e riconosciuto che sta sfiorando quella notorietą: quello di Michele Gazich, che fa dello strumento il suo imprescindibile alter-ego, un totem confidenziale capace di estrarre profonditą d'anima per amalgamare concretezze intellettuali, come si evince dal suo decimo album "Argon".

Nel disco le otto canzoni in cartello fanno quasi tutte riferimento a poeti per Lui illuminanti, a cominciare proprio da "Argon" (ispirato a Primo Levi), nel quale s'impernia il pensiero dedicato a nicchie di popolo che vivono nell'invisibile indifferenza ma che inglobano una dignitą signorile, nonostante siano accantonati da una societą spietata ed egoista, mentre fa omaggio a Roberto Roversi (poeta di molti brani di Lucio Dalla) coverizzando "Ulisse coperto di sale", giganteggiando con irrequietezza strumentale e vocale.

Certo č che il recitar-cantando di Gazich fa riflettere alquanto, poichč penetra i tessuti uditivi con magnificenza eloquiale che, in alcune tracce, ricorda quella di Andrea Chimenti e, a tal proposito... "Canticchiare aiuta" ad elevarsi con dotti ascolti.

In "Il fuoco freddo della luna" Michele scomoda Ingeborg Bachmann, in una folk-ballad dai toni malinconici, dettata da una fisa pregnante ma non invasiva. Invece, l'intensa "Il Vittoriale brucia" consente al Nostro di abbinare l'eleganza di violino e piano per pennellare un quadro commemorativo su D'Annunzio, ingabbiato (forse) in un fascismo non dispotico: il tutto formulato in toccante duetto con la dolce ugola di Rita Tekeyan.

Alla penultima tappa "Il fiume circolare" tocca il vertice scritturale con un piano cullante e fascinoso. Chiude l'opera la splendida ed appassionata dedica a Lolli "Lettera a Claudio", venato di tante veritą mai comprese dalla massa dell'indimenticato cantautore, ma Gazich ricorda i suoi grandi valori e le doti sincere in lungo ed in largo: traccia talmente bella che anche la Fondazione Lolli l'ha fatta sua per onorare il genetliaco di Claudio nell'anno scorso.

"Argon" č un titolo molto azzeccato, perchč la nobiltą di questo gas, che stenta a combinarsi con altri elementi in maniera involontariamente "snobistica", rispecchia (in parte) l'ideologia di Gazich, artista fuori dal ruffiano bailamme commerciale, eppur cosi vicino ed empatico, e non importa se non entrerą nelle grazie della gente pop-pettara: basta che continui a conservare lo slancio intellettual-narrativo, apprezzato dai veri intenditori. In quattro parole: privilegio per le orecchie. (Max Casali)