recensioni dischi
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PHILIPPE PETIT & MICHAEL SCHAFFER  "II"
   (2022 )

Due anni fa, Philippe Petit e Michael Schaffer avevano unito le loro due visioni in un'esperienza chiamata “I”, il che faceva presagire un seguito. Ed infatti ecco “II”, il secondo capitolo, uscito sempre per Opa Loka Records. A proposito di “I”, avevo già analizzato i risultati della joint venture franco-tedesca a questo link: http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=8047, e per certi versi, potrei fotocopiare l'analisi e riportarla qui.

Troviamo la stessa ispirazione dalla montagna tra le nuvole e i tuoni, altra sintesi modulare di Petit, tra suoni quasi 8 bit misti ad altri impulsi acusmatici più tridimensionali, e le pennellate del chitarrista-pittore Schaffer. Così come ttoviamo la stessa fascinazione per lo sviscerare tutte le potenzialità della spazializzazione, stessa ricerca dei colori più caldi nella chitarra. Nella traccia “III” ritroviamo anche un nugolo di insetti sintetici, come nel disco precedente, ma l'esito timbrico è ovviamente diverso.

La quarta traccia sembra davvero aprirsi con una zanzara, o una mosca che vola tra le cuffie, rincorsa dalla chitarra, che crea situazioni dai toni cangianti. Con un loop, si avvia un'imprevista ritmica laser, come ascoltando una stampante. La fantasia è chiaramente personale, ma questa immersione tra simulacri di congegni elettronici e fondi spaziali, fa disorientare, e pensare sia a oggetti familiari, che a fantasmagorie lontane. “V” si spinge in questa seconda direzione, in astratto.

Non si tratta di un disco fotocopia di “I”, è il secondo capitolo di una saga coerente che va avanti. Però la “grammatica” utilizzata è la stessa, come se l'esperienza del duo fosse stata spezzata in due dischi, usciti a distanza di due anni. Perché le intenzioni sembrano essere le medesime: creare un'ambientazione dinamica e non accomodante, e in più momenti inquietante. Per chi ama il surrealismo e la surrealtà. (Gilberto Ongaro)