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MILANO SHANGHAI  "Vetro e plastica"
   (2022 )

Musicalmente parlando, chi è convinto che il lockdown abbia apportato solo problemi, non tiene conto che, come risvolto della medaglia, questo ha fermato le lancette dando modo a vecchi e nuovi artisti di ponderare altra musica o, addirittura, la nascita di bands.

Ciò è successo al collettivo milanese dei Milano Shanghai, tenuti a battesimo nel 2020 in piena pandemia, ma il trio ha lanciato il guanto di sfida contro l'avversità improvvisa ed imprevedibile per esordire innanzitutto con l'e.p. "Labirinti".

Ora tornano con un altro e.p., "Vetro e plastica", delineato da un'interessante coesione di generi derivanti dalle diverse influenze delle tre teste meneghine, riuscendo cosi a creare un amalgama ibrido, difficilmente etichettabile.

Però, tanto per dare qualche coordinata, diremo che l'impasto integra hip-hop, alt-pop, drum&bass e setacciate di R&B, complice l'apporto di Subconscio in traccia due "Cannibali".

Pensate: in tutto sono 6 i brani in lista e già tre i singoli estratti: "Camaleonte", "Shanghai" e "Taoismo". Nel primo, vige un'aurea buia con incedere moderatamente percussivo, ma col piglio di scatenare fantasie notturne, mentre nel secondo sboccia il loro grande amore per l'hip-hop, personalizzato con soluzioni altamente ponderative ed estranianti.

Invece, "Taoismo" si sfoga in un'elettronica claustrofobica, filo dark-wave, lasciando spazio ad elucubrazioni sospensive. Certo è che l'ampio immaginario espresso dalla crew è di tutto rispetto, evidenziandolo nella soffusa atmosfera di "Gessate" con echeggi onirici.

In questo lavoro non ci sono... "Nuvole", poiché le spazzano via con idee brillanti, ingegnose, che sorprendono per precocità scritturale. Benvenuti, quindi, dentro a un'esperienza fresca, oscura, lisergica, in una Milano noir, fatta di vicende famigliari e didascaliche.

Condensare tutto questo mondo in una ventina di minuti d'ascolto è davvero tanta roba. Questi ragazzi meritano tanto: supportiamoli! (Max Casali)