recensioni dischi
   torna all'elenco


ANGELA MILANESE  "Racconto italiano"
   (2022 )

Questo è uno di quei dischi per gli amanti del jazz classico, e della musica italiana. “Racconto italiano”, si può dire tranquillamente, rientrerebbe in quel canone, che da circa 10-15 anni prevede di prendere brani famosi e jazzarli con approccio abbastanza manierista. Non stupirebbe sentire la versione che si ascolta qui di “Un'estate fa”, o di “Io che amo solo te” di Endrigo, nella playlist di sottofondo di un qualche ristorante chic.

Ma la professionalità dei quattro artisti, fa mettere in secondo piano la prevedibile destinazione d'uso di questa musica. La voce di Angela Milanese è gentile ed elegante, non eccede in vocalismi gratuiti. Si concede solo un valido scat in “Rosalina”. Il medley vintage “Ma le gambe – Bellezza in bicicletta – Ba ba baciami piccina” mette anche in risalto le sue doti di intrattenitrice, che avvia a sorpresa la terza canzone del lotto, senza alcun preavviso. E il coinvolgimento del pubblico è testimoniato dagli scrosci di applausi, che più di una volta avvengono anche nel mezzo delle performance, quando Milanese finisce di cantare. Il rilascio di emozioni si sente forte soprattutto in “Domani è un altro giorno”.

Simpatica anche l'unica canzone originale, “La bicicletta”, scritta da Angela stessa, che racconta di una bicicletta che si muove da sola, e strutturata come una canzone d'amore, sentimento rivolto al mezzo a due ruote: “Ci credi o non ci credi ma è lo slancio a dare inizio ad ogni movimento, vita sei, compagna silenziosa, quando vuoi nemica generosa (…) Sarà che senti la fatica, la ruota sgonfia, la salita, oggi lo slancio non ti basterà. Ci credi che può essere uno sbaglio a dare inizio a un nuovo movimento”.

L'altro fiore all'occhiello di questa formazione è senz'altro Paolo Vianello, pianista e tastierista, che si diverte a creare “complicazioni” musicali per poi risolverle in poco tempo, con progressioni ardite in posti impensati, come nell'introduzione di “Rosalina” e all'inizio del medley, avviando “Ma le gambe”. “Ma che freddo fa” viene stravolta nelle intenzioni: all'arrivo del ritornello, invece di scatenare la frenesia, la musica vira in una sospensione eterea tastieristica. A metà il rullante di batteria chiama la festa, ma invece di far partire una musica festaiola, Vianello opta per accordi dissonanti ed angosciosi, sprigionando il suo estro fantasioso.

Uno spazio degno di nota ce l'hanno anche il contrabbassista Alvise Seggi e il batterista Luca Colussi, che in “Ba ba baciami piccina” effettuano un assolo dialogante. Come scelta di chiusura della scaletta dal vivo, si è scelto “La musica che gira intorno” di Fossati, che nella maestria jazzistica arriva a durare 10 minuti. Chissà il perché di questa scelta, forse sarà che nella testa abbiamo un maledetto muro, e la cantante veneziana (a dispetto del cognome) ha voluto salutare il pubblico con questo messaggio.

Ascoltando tutta la performance dunque, si riesce ad apprezzare la bravura dei musicisti, che va oltre il semplice sottofondo per un ristorante chic. E leggendo la data del concerto, 2019, sale ancora di più la voglia di tornare ad assistere ad un concerto in condizioni normali, senza questa condizione umana che di muri (sociali) ne ha eretti ancora di più che in passato; robe che Black Mirror levate proprio... (Gilberto Ongaro)