FRANCO BATTIATO "Ferro battuto"
(2001 )
Momento di grande produttività, quello di Battiato, il passaggio da un millennio all'altro: l'inizio della trilogia di "Fleurs", gli ostici e strumentali "Campi magnetici", e un album - diciamo - commerciale - arrivato nella primavera del 2001 a spostare un po' il tiro dopo le orge sonore di "Gommalacca".
Sempre alla ricerca di un equilibrio tra la fruibilità collettiva e i testi non sempre facili di Manlio Sgalambro, "Ferro battuto" si rivelò meno immediato dei due precedenti, forse anche per la non esplosiva ispirazione del singolo iniziale, "Running against the grain", che aveva come ospite il quasi vicino di casa Jim Kerr.
Meglio andare su marcette come "Bist du bei mir", o la dura "Sarcofagia", per un lavoro dove si torna anche a cantare in dialetto siculo ("Il cammino interminabile") e si va anche a ripescare l'antichissima "Hey Joe", repertorio - anche - di Jimi Hendrix e quindi, chissà, forse più adatta a quei Fiori che Battiato stava seminando qua e là nei ricordi dei suoi anni passati.
Meno incisivo di altri lavori, più bisognoso di qualche ascolto in più rispetto ad altre cose, e forse per questo senza grandi brani riproponibili per una qualche sua raccolta di successi. Il successivo "Dieci stratagemmi" lo avrebbe riportato a durezze e voglia di dire tante altre cose. (Enrico Faggiano)