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SOUNDELIRIO  "Mostralgìa"
   (2022 )

Rock, ca**o, rock! Se è vero che dal 2021 si possono rispolverare le chitarre elettriche dall'armadio, beh, diamo spazio al rock sincero e credibile. Eccolo qua! Il duo dei Soundelirio pubblica un disco “d'esordio” tra virgolette. Eh sì perché, è l'esordio dei Soundelirio, ma Francesco Quinto e Alessandro Tacchini anagraficamente (e stilisticamente) sono gen X, e vantano già una certa esperienza nel settore. Quinto, tra le altre cose, quando suonava negli Ash dal '90 al '92, ha aperto nientemeno che i Diaframma e Freak Antoni. Cioè insomma capito, siam mica qui a fare il barbecue di ravanelli!

La voce di Alessandro Tacchini è roca e credibile, e non ha nulla da invidiare a James Hetfield, anzi, almeno Tacchini evita gli YEAH compulsivi! L'album “Mostralgìa”, uscito per Boleskine House Records, edizione Udedi Musica e Cultura, è davvero esplosivo e coinvolgente. Il sound bollente ricorda la tradizione del rock tricolore. “Ridi” racconta di una femme fatale: “Ti ha invitato tra i suoi rovi e n'è uscita lei da sola”, e ha un sentore di Litfiba, quelli migliori, cioè (adesso si arrabbierà qualcuno) quelli di Cabo. Mentre “Nato nella V stagione” ha echi dei Timoria. E qui si fomenta il protagonista, chiamato alla rivoluzione: “Hai bombe da innescare e c'è ancora la neve (…) entreremo nelle case, ci faranno una diretta, toglieremo il sonno ai giusti, canteremo ai mostri!”.

Il titolo “Mostralgìa” unisce “Mostri” e “Algìa”, termine greco per dolore (come sciatalgia, che ridere eh?). Dunque, il significato è “il dolore del mostro”. Il duo ha dato vita ai propri mostri rumorosi. Il disco è aperto forse da uno di loro, “Goodbye Mr. Grey”, il cui ritornello è un saluto di sfida: “Goodbye Mr. Grey, adesso so chi sei”. L'atteggiamento è pressoché questo in tutte le canzoni. “E Charlie non si addomestica, e Charlie scivola”, cantano in “Charlie”, brano che a tratti può far pensare ai Pearl Jam.

“Blind dog” è un personaggio con un duro passato, che sembra esalare i suoi ultimi respiri in un deserto messicano, con le visioni: “E non lo vedi come ridono i tuoi demoni, lì per te? (...) Dimmi da quando ti è finita in rissa anche con Dio?”. Nel frattempo, la pioggia diventa grandine in “La pioggia sopra Yago”, che nonostante parli d'acqua e ghiaccio, ha un riff altamente infiammabile! I mostri si fanno sempre sentire, senza filtri, perché “il dolore è sempre onesto”.

“L'uomo invisibile” alterna parti acustiche al refrain distorto, e qui emerge il lato spirituale del concetto dei mostri, che è ben lungi da essere una semplice posa da alternativi. “Sembra impossibile ma è tutto vero, racconta come ti sei fatto gioco della gravità. Uomo invisibile, nel mondo alieno, composto di una somma di momenti, ruba bellezza quando non lo guardi”. Altro brano pesissimo è “Morte di una rockstar”, e in questo caso l'apparenza non inganna, il titolo preannuncia un racconto bello tosto: “Quando hai scritto quella lettera al bambino, quello che non è mai nato e tu sai bene chi è che è l'assassino!”. E questo è solo all'inizio della canzone.

“Storia di A” continua l'antologia di mostri spinta nello spirituale. “Avrà nome falso ciò che vedrà, e dovrà capirlo, e dovrai...”. Come dice lo stesso pezzo, “per ascoltarlo ci vuole fegato”. “Oggetti smarriti” continua un'altra narrazione adrenalinica: “Si è fatto fare un tatuaggio che gli ricorderà quel graffio (…) i corpi sono finiti, dove sono, tutti spariti? (…) ”. E un disco dedicato ai mostri, non poteva non finire con una “Ode all'anomalia”; ed è “inutile chiamare la polizia”. Poi c'è una radio edit di “Nato nella V stagione”, ma in sostanza siamo di fronte ad un album impossibile da ascoltare a basso volume. Anche se ci provi, poi bisogna alzare per forza! Parole di roccia e suoni di fuoco. Un delirio! Anzi, un Soundelirio! (Gilberto Ongaro)