recensioni dischi
   torna all'elenco


LUCA MONGIA  "Invisibile"
   (2022 )

Non c'è tattica né indizi di strategie maliziose nel nuovo album di Luca Mongia "Invisibile", e questo è già un gran bel punto di partenza, poiché quante volte abbiamo sentito testimonianze di artisti che si pavoneggiavano dichiarando la totale spontaneità creativa ed invece t'accorgevi che erano solo parole dette tanto per dire?

Nel suo lavoro, Luca fa ricorso a tutta la sua capacità di polistrumentista e compositore per assemblare in casa 11 pezzi semplici che vogliono esprimere vicinanza al suo creare, senza orpelli, che denoti in pieno il suo essere artista schietto e naturale. Rimasto colpito dalla devastante chiusura pandemica forzata, ecco che stempera sùbito quella tensione accumulata con il ludico blues dell'opener "Lockdown down", che rimanda al brano di Freddie King: è l'ultima scelta dei 3 singoli di lancio, dopo l'uscita di "Bugia" e la stessa "Invisibile".

Il primo rimanda all'omertosa verità della tragedia di Ustica, mentre la titletrack picchia lentamente ma con piglio grintoso. E' probabile che "Numero uno" sarà il quarto della serie, poiché vige una bella coralità pop-rock, narrato con leggera griffe vocale che ricorda i Perturbazione.

Ancora blues nella vetrine di "E mi sorprende" e "Se fossi tu", allestite non con manichini evanescenti, bensì con anima concreta e verace. Le minimali "Fidati di me" e "Amica mia" suggellano l'ampio raggio fantasioso che caratterizza la penna di Luca anche in terreni ballad.

Quasi giunti al traguardo, si realizza come il Nostro abbia formulato un lavoro rispettabile quasi tutto da solo, tenendo conto che si è avvalso solo dell'apporto del sound-enginering Alberto Paparella, il quale gli ha donato bei stimoli e giuste motivazioni per tutelare l'autenticità di base.

In coda all'opera, Mongia sfoggia la pulsante "Lascia parlare me", titolo bisbigliato spesso nel corpo del brano che suscita fluttuante suggestione. Provo ad immaginare se Luca fosse sorretto da un ampio schieramento di musicisti e una forte produzione alle spalle... cosa ne potrebbe scaturire. Già cosi funziona molto bene, figuriamoci con le spalle ben coperte: empatia e schiettezza abbondano e, se immessa nei canali giusti, il pubblico se ne accorgerà come un'offerta da non lasciarsi scappare, sempre che si abbia voglia di ascoltare chi non bara e tende semplicemente a rispecchiarsi nella genuinità della sua musica. Più vero di cosi... (Max Casali)