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SANTOIANNI  "Non ho santi in paradiso"
   (2022 )

Nitidezza d’intenti e spinta passionale dei sogni sono le impronte impresse e ben marcate che identificano i tratti progettuali del secondo album “Non ho santi in paradiso” (a due anni di distanza da “Fossi nato prima”) del cantautore milanese Santoianni (Donato), completato insieme ad un team che crede fermamente nell’idealismo della musica “fisica”, nonostante l’epoca “liquida” che stiamo subendo.

Un titolo assai eloquente ed esplicativo, che rimarca come oggi si debba combattere contro i mulini a vento per essere minimamente in prima linea, ma con l’orgoglio di dichiararsi indipendente.

Per dare il fischio d’inizio, il cantautore batte un “Rigore” vincente, calciato con piglio pop a presa rapida, col pentagramma che finisce in goal, mentre la drum-machine traccia la linea pulsante ed asettica di “Stazione di sosta”, ma col fervore di donare un easy-listening maturo e per nulla disonorevole.

Invece, “15 secondi” sciorina un gran bel testo su assetto sognante e declamatorio, nel quale ci vantiamo di rispettare la libertà altrui, a patto che non interferisca nelle nostre mire ambiziose: brividi!

Santoianni chiama, poi, in causa il feat. di The Andre per duettare nel quadretto cantautorale di “Forfait”, inanellando un altro centro nel bersaglio d’ascolto.

L’ombra di Max Gazzè volteggia nella spensierata e gustosa “Litorale”: sicuramente il più gagliardo degli altri singoli estratti (''Stazione di sosta'', ''Forfait'' ed ''Exit''), quest’ultimo, in verità, un gradino sotto. Però, nonostante ciò, il Nostro non corre alcun “Pericolo” di macchiare l’orlatura di un disco fresco, appetibile e profondamente autentico, spinto da un’efficace… Molla (il suo producer) e l’apporto al mix di Domenico Vigliotti e la quadratura progettuale affidata a Massimiliano Longo.

Anch’io “Non ho santi in paradiso” che mi regalino il disco (e neanche li vorrei…): c’è più gusto a comprarlo. Se non merita chi ci mette l’anima… (Max Casali)