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ANDY MOOR  "Music for safe piece"
   (2022 )

Finalmente qualcuno che guarda ad un bambino togliendosi quello sguardo inebetito, senza fargli “Macciàoo!”. Sapete, quel modo di pensare all'infanzia con l'incanto e lo stupore fossilizzante, della retorica dei bambini che fanno “Ooh!”. I bambini non fanno solo “oh”, fanno anche “Ma!”, “Ahahah!”, “Bleah!”, “Facciamo che io sono”.

Andy Moor, storico chitarrista dei rockettari olandesi The Ex, in questo esperimento “Music for safe piece” (uscito per Unsounds Records) collabora con la coreografa Valentina Campora, e con l'artista visuale Isabelle Vigier che riprende tutto per il suo film “Safe Piece”. Di che si tratta? La coreografa improvvisa movimenti di danza, e con lei improvvisa anche Elio, figlio di lei, alla chitarra di Andy Moor. Nel contesto dell'improvvisazione motoria e visiva, Moor fa il corrispettivo musicale, Moor gioca con la sei corde, e ci lascia giocare anche Elio, con un approccio a misura di bambino, cioè senza collegamento con la teoria musicale. Si gioca col suono, e con i materiali a disposizione, per scoprire che suoni si possono ottenere.

Andy ad esempio usa una spazzola, un filo metallico sulle corde. Poi si diverte a farle vibrare come elastici. Il bimbo gioca altrettanto, divertendosi ma anche condividendo l'approccio serioso del padre, la curiosità di scoprire cosa può succedere. Ad esempio, tira un pallone da calcio contro lo strumento. Tutto questo a scopo “scientifico”, diciamo, e sempre seguendo i movimenti della coreografa. Del resto, l'attività ludica a quell'età è una cosa seria: è identificazione, distinzione, scoperta, e se correttamente stimolata diventa fame di sapere. In realtà, giocare sarebbe una cosa seria anche da adulti, ma facciamo fatica a ricordarcelo.

Forse, senza supporto visivo, senza assistere cosa sta accadendo, la sola esperienza audio può essere difficile da digerire. La cosa che assomiglia di più a musica strutturata arriva alla settima e all'ottava traccia, “Studio Leina & Robeana” parte 1 e 2, dove Moor accenna un riff energico distorto, con le corde lasciate scordate, frutto delle devast – ops – degli esperimenti fatti fino a quel momento. Dopodiché si torna ad ascoltare risultati piuttosto amorfi, almeno per le nostre orecchie scolarizzate.

Però, se si tiene a mente che stiamo ascoltando letteralmente la curiosità di un bimbo, guidata da un padre musicista che controlla la situazione, allora si può apprezzare il fatto che venga valorizzata la creatività istintiva di quell'età, e incisa per ricordare cosa si può fare in fase prescolare, prima che l'inventiva naturale venga messa su dei binari, plasmata e ripulita per sempre. (Gilberto Ongaro)