recensioni dischi
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MAISIE  "2013-2021 Diario di Luigi La Rocca, cittadino"
   (2022 )

Per descrivere il lavoro in questione dei Maisie (il nome deriva da una canzone di Syd Barrett, e questo la dice già lunga sulla loro cifra artistica impregnata di lucida follia) intendo cominciare con due citazioni tratte da illustri recensioni edite in occasione del loro debutto nel lontano 1998 (!) ed a commento del loro disco di svolta del 2005.

Esordio discografico ufficiale con ''Maisie and the Incredible Strange Choir of Paracuwaii'', così scrisse John Vignola, recensendo l'album: "Giochi sui suoni, con la creatività di un Frank Zappa davvero in forma, filtrato da ascolti prestigiosi ma irriverenti (Cage, Nono, Varèse) e la voglia, tanto punk, di fare un bel casino. Lo-fi? Avantgarde? Retro-garde? Io suggerirei un bamboo-rock, vista la natura forestale dei nostri e la totale alterità (a volte benefica e ludica demenza) del progetto. Ben trovati, Maisie, in questo clima di conformismo sonoro occidentale ci volevate proprio...".

''Col disco "Morte a 33 giri" del 2005 passano dall'inglese al cantato completamente in italiano, è il loro capolavoro assoluto, tappa finale di un percorso iniziato anni fa e modificatosi pian piano, maturando ogni giorno un po', e capitolo iniziale di una nuova scintillante avventura musicale, un viaggio nel cuore della musica per il cuore, emozione e commozione continua, gioia e malinconia, un prisma sentimentale le cui infinite sfaccettature spaziano dai Velvet Underground a Heather Parisi e tutto quello che ci sta in mezzo, ma anche prima e dopo'', scrisse all'epoca Nicola Mazzocca.

Ora... confermando senz'altro che, a distanza di oltre venti anni discografici, i ragazzi non hanno perso quelle caratteristiche, ascoltare i Maisie è una notevole sorpresa data la loro originalità e vena dissacratoria... trattasi di un caleidoscopio musicale molto ampio farcito di contenuti testuali tutti da ascoltare (a volte spassosi, a volte tragicomici, mai banali) che pescano dall'immaginario collettivo su temi sociali e politici, talvolta inframmezzati da brevi episodi strumentali.

Sono fior di musicisti e la voce della cantante unica nel suo genere. Musicalmente mi ricordano gli Skiantos, gli Squallor, Elio e le Storie Tese, il tutto in mix ed arrangiati dai Calibro 35... Suonano un ampio spettro di generi musicali partendo dal combat rock, passando dal progressive al jazz folk ed altro... Il CD è doppio, e titolando "2013-2021 Diario di Luigi La Rocca, cittadino (cronaca di un viaggio troppo allucinante dalla tenebra della barbarie alla luce troppo meravigliosa della civiltà)'', ci si potrebbe chiedere appunto: chi è Luigi La Rocca? Ha scritto un diario come il Nathan Adler di Bowiana memoria...?

Ebbene si, ma fondamentalmente il protagonista è un cog..one, tutto digerisce ed espelle sotto forma di pensieri, maledizioni, preoccupanti convinzioni. Il suo è un viaggio, in compagnia di fantasmi di idee, pallide ombre di ideali in finta contrapposizione, ma in realtà assolutamente fungibili, un cittadino qualunque, proletario con ambizioni da piccolo borghese, senza adeguate cognizioni culturali né di coscienza politico sociale, si trova sballottato tra le contrapposte propagande fascistoidi quando non progressiste.

Ne esce un panorama molto vario ma estremamente rappresentativo a livello di satira e di messaggi comunicativi. Pena di morte, referendum, gli stranieri, le tasse, i cinesi, i comunisti, la Chiesa, il lattoniere, Maradona, Draghi, Renzi, coronavirus, vaccini, Greta, la quarantena, ce n'è per tutti... ascoltare per credere.

Spiccano i brani: ''A chi dare il voto'', ''L'Apericena'', ''Se tutti i popoli del mondo'', ''Un sogno troppo brutto!''. Tanta roba... stretta in quella nicchia. Sicuramente un gruppo musicale di militanza con ottimo impatto live. Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)