recensioni dischi
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ALGOT  "Ripetizioni/Combinazioni"
   (2022 )

Il math-rock è un genere originato verso la fine degli anni '80 tramite i virginiani Breadwinner, ai quali seguì un'onda di altre bands come Shellac, Don Caballero e (perchè no?) i nostrani Super Elastic Bubble Plastic. Oggi, alla finestra del mainstream, si ri-affaccia il quintetto romano degli AlGot con ''Ripetizioni/Combinazioni": una cinquina servita sulla ruota della dissonanza sonora con sorprendente vivacità e fantasia.

Certo, con la puzza sotto il naso che gira dalle nostre parti per il genere in questione, non farà facile per il combo capitolino abbattere i beceri pregiudizi ma, riteniamo che nel tempo, questi raga (se non molleranno la presa) frusteranno gli snob più incalliti.

Partono col piglio nevrotico di "Non tagliare", con fitti ninnoli di tromba e cheti ristori in itinere, mentre il canto sporge nella successiva "Remake", alternato ad uno spoken-word fremente ed invettivo. In un'unica soluzione, sparano la doppietta math-jazzy di "Non è il mio genere/Ascolto un po' di tutto" che lascia fluire stranezze a iosa in aere folle alternata a detonazione vocale dall'urto tagliente.

Poi, cola "Resina" rabbiosa, appiccicosa, allarmistica, col chiaro proposito di solcare tronchi sostenitivi con radici esecutive tenaci e cariche di humus evolutivo. Ai saluti, sferrano un nervoso "Groviglio" di tecnica e bizzarria estraniante; promettente epilogo per un futuro che potrebbe riservare agli AlGot sviluppi interessanti se non disperderanno la ricchezza ideativa scorta in "Ripetizioni/Combinazioni". Per loro, le previsioni del tempo parlano, quindi, di sereno stabile col vento in poppa. (Max Casali)