recensioni dischi
   torna all'elenco


DAMNO  "Bugaboo alley"
   (2022 )

Per ambire all'inclassificazione stilistica occorrono estro, fantasia, ricercatezza ed un pizzico di follia: tutte qualità riscontrabili in Danilo Teti (Damno), ex batterista di varie bands ed ora, avventuriero in solitaria col primo album "Bugaboo Alley": 4 pezzi dall'energia tonica e detonante.

Un pokerino che suona con dettagli di avantgarde e metal; specifiche giusto per darvi qualche indizio, perché l'essenza assoluta del sound lascia spazio alla catalogazione personale per chiunque l'ascolti.

Danilo sa come applicare esperienza ed eclettismo, visto che milita sulla scena musicale già da svariati anni, e l'e.p. sa degnamente conquistarsi un corner di tutto rispetto.

Non badando alla forma, frusta sin dall'inizio con la nevrotica "Crazy doll piece by piece", condendo l'insalata sonora con sprazzi di grog e piccole tregue filo-orientali, mentre "Forgotten" incalza senza remore, ed il sensato isterismo vocale del Nostro la dice lunga su quanto sia importante evidenziare l'incidenza quando si vuol fornire delle belle power-vibrations, rifilando effetti robotici e rullate all'impazzata.

La meno violenta delle 4 sorelle è proprio la titletrack che mantiene, però, un'impronta dittatoriale capace di fare incetta di grinta e ricercate bizzarrie furiose. Invece, quando sembra che l'ultima traccia riservi un distacco stilistico, ecco che l'illusione riprende presto i suoi connotati urticanti, rigurgitando uno screaming a tutto campo, inframezzato da tribalismi e alt-funky che ti mette con le spalle al muro.

Ok, va bene, 4 pezzi rappresentano solo un piccolo antipasto che si preannuncia, tuttavia, interessante anche sulla lunga distanza e, magari, non tarderà a spararcelo quanto prima, poichè la ricchezza ideativa alberga nella sinapsi di Damno con neuroni di primordine. (Max Casali)