recensioni dischi
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MARILLION  "An hour before it's dark"
   (2022 )

Per un fan accanito come il sottoscritto l’attesa di sei lunghi anni dal precedente “Fear” è parsa un’eternità, ma tale aspettativa è stata ampiamente ripagata con l’uscita di questo nuovo album “An hour before it’s dark”, che ha confermato ancora, dopo 40 anni di attività, la grande capacità creativa della band che ha mantenuto alto il proprio livello qualitativo confermandosi tra le principali realtà del neo-progressive post ’90, a conferma che la nuova linea intrapresa con l’ingresso nella formazione del frontman Steve Hogarth è stata una scelta vincente. Il disco è basato su angosciose tematiche di triste attualità che l’uomo dovrebbe affrontare con maggiore responsabilità e rigore imparando ad essere duro con sé stesso (“Be hard yourself”).

La musica, pur energica e dinamica, si sviluppa attraverso la morbida e poetica tonalità del vocalist Hogarth in un’atmosfera meditativa spesso rarefatta, dai suoni vellutati a volte maestosi e drammatici in un clima etereo ed oscuro in cui gli assoli della magica chitarra di Rothery squarciano le tenebre con esplosivi lampi abbaglianti, mentre Kelly alle tastiere tesse con gusto e maestria l’arazzo delle delicate armonie.

I testi sono aspri e crudi, di graffiante intensità lirica ed emotiva, cronaca di una triste quotidianità del nostro vivere, ma densi di sentimenti rivolti alla speranza. Quarant’anni di carriera e non sentirli, i Marillion si confermano con questo 20° lavoro una band di eccellenza, ancora protagonista nel coniugare, con intensa capacità espressiva, musica ed immagini. (AlbeSound)