recensioni dischi
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NITON  "Cemento"
   (2022 )

I Niton sono una formazione italo-svizzera attiva dal 2013. Nato per esprimere le proprie velleità improvvisative, il trio ha esplorato diversi generi musicali, conservando un approccio e una rigida distribuzione dei compiti che vede Luca Xelius Martegani ai sintetizzatori analogici, El Toxyque all’oggettistica e a una ricca strumentazione che va dal banjo alla pipa, passando per il marranzano, e Zeno Gabaglio, prevalentemente dedito al violoncello elettronico.

Tra il maggio del 2015 e il dicembre del 2019, la formazione ha registrato un disco, intitolato “Cemento” (uscito per Shameless Records), che ha visto ufficialmente la luce al tramonto dello scorso anno. Si tratta del frutto di una rielaborazione di materiali sonori e produzioni collezionati in un arco di tempo lungo e in diverse aree geografiche: i pezzi sono stati poi lavorati in modo tale da renderli stralci di un discorso più unico e omogeneo, riassunto nei quasi tre quarti d’ora di un lavoro che vede una sapiente commistione di elettronica e acustica, noise nell’accezione più pura del termine e melodia, ma anche di cupe e claustrofobiche atmosfere (post-) industriali.

“Cemento” regala approdi del tutto imprevedibili, grazie a un certosino lavoro di ricerca in grado di produrre effetti lisergici e stranianti, ma sempre figli di una direzione chiara e netta. L'album, forse fin troppo lontano dalle luci dei riflettori lo scorso anno, è un altro importante tassello per la carriera discografica di una band ispirata sia sul piano tecnico che su quello compositivo. (Piergiuseppe Lippolis)