recensioni dischi
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PIERROT LUNAIRE  "Pierrot Lunaire"
   (1974 )

I Pierrot Lunaire sono un gruppo romano composto da musicisti molto dotati, sicuramente con una preparazione tecnica al di sopra della media riscontrabile generalmente in quel periodo, gli anni ‘70.

Descrivere la musica proposta dai Pierrot Lunaire non è cosa facile; essi spaziano dal prog al folk, dalla musica medievale alla musica sinfonica, sconfinando talvolta in sonorità tipiche di culture dal sapore esotico, diverse e lontane.

Già dall’inizio, con i toni solenni di ''Overture XV'', si parte alla grande per un fantastico viaggio attraverso luoghi popolati da re e cavalieri, in una sottile sequenza di immagini sovrapposte ed a tratti evanescenti. Segue ''Raipure'', costruita su una bella melodia che sembra venire da un lontano immaginario e resa ancora più incisiva dal gioioso ed efficace accompagnamento delle chitarre acustiche e dal suono scintillante del piano.

''Invasore'' si arricchisce di ingredienti orientaleggianti, sospesi tra esotismo e mistero, dove le alchimie sonore del sitar di Gaio Chiocchio giocano un ruolo fondamentale. L’atmosfera malinconicamente circense di ''Lady Ligeia'' dimostra quanto sia variegato l’universo musicale dei Pierrot Lunaire, sebbene non sconfini mai in una eccessiva o sconveniente diversità di stili, anzi va detto che musiche e liriche si mantengono sempre su binari che rivelano un impronta molto personale ed identificativa.

Le composizioni sono perciò efficacemente definite dai tratti somatici di una materia sonora sempre organica e ben coesa. I tre musicisti sono naturalmente responsabili dell’ottimo risultato, in particolare si lasciano ammirare la sensibilità artistica di Arturo Stalteri e la fantasia interpretativa di Gaio Chiocchio. I dodici brani scorrono con naturalezza, sorretti da una affinità elettiva che dona all’intero lavoro un fascino tutto particolare lasciando trasparire al suo interno una ricchezza tematica che potremmo definire tridimensionale. La musica dei Pierrot Lunaire non è mai eccessiva o violenta e anche nei momenti più spinti tutto procede con una rassicurante squisitezza narrativa, proprio come accade nelle belle fiabe di una volta raccontate dalla nonna.

''Il Re Di Raipure'' è un episodio che bene esprime il concetto; un ritmo sostenuto e veloce riesce a convivere armonicamente in perfetta simbiosi con un andamento melodico gentile e appena sussurrato, molto simile ad un vellutato tappeto di suadenti note che con fare disinvolto si aprono all’immagine. ''Sotto I ponti'' rappresenta il punto più alto dell’album; pura poesia sonora, magia, temi e immagini molto suggestivi e coinvolgenti, responsabile l’abile crescendo dei suoni delle chitarre, del piano, delle tastiere e una sezione ritmica che qui si fa un tantino più audace.

I restanti episodi si mantengono tutti su un livello artistico piuttosto elevato, tanto da fare dell’omonimo album dei Pierrot Lunaire un ottimo esempio di musica oltre i limiti imposti dalle mode, dai generi e dal tempo. ''Pierrot Lunaire'' ha infine il pregio di non essere paragonabile a nessun altro lavoro dell’epoca tanto da potersi collocare in una dimensione di indubbio rispetto dove la personalità artistica, la poesia, l’intenso lirismo, la creatività, la semplicità ed il ricorso ad arrangiamenti indovinati rivestono un ruolo fondamentale per un lavoro fuori da ogni sorta di catalogazione. (Moreno Lenzi)