recensioni dischi
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ALEX CARPANI  "Microcosm"
   (2022 )

Che Alex sia appassionato di Spazio e Astronautica lo si può capire dalle prime note di ''Starless'', dove suoni New Age (mi ha ricordato i Tangerine Dream) si fondono a note ed armonie che possono rammentare la colonna sonora di un qualche film di fantascienza anni '90, e questo mi ha subito incuriosito molto.

Curiosità che è aumentata passando alle altre tracce. Il primo singolo estratto, ''Kiss and fly'', è l'esempio della duttilità artistica e musicale di Alex, questo pezzo non stonerebbe nella colonna sonora di ''Hair'' e, rispetto alla traccia precedente, è completamente diverso. Eppure nell’evoluzione sonora del disco ci sta perfettamente, dategli però il tempo di un paio di ascolti, non stiamo parlando di una qualsiasi opera pop del 2022.

Ascoltando le altre tracce non posso che apprezzare l’uso delle tastiere e del piano, l’intro di ''God Bless Amerika'', del suo uso dal minuto 1e39 in ''The Montain Of Salt'' o, ancora, nell’intro in ''Prime Numbers''.

Ma poi è il sax e l’uso della chitarra e dei suoni caratteristici del progressive anni '70-'80 che ti cattura e porta via (Alex ha anche aperto i concerti della PFM e si sente), insomma un bel disco per scoprire un bravo artista e una serie di suoni magari dimenticati o per, come nel mio caso, rispolverare memorie di suoni che ci hanno accompagnato in gioventù (mi si sono aperti file mnemonici che avevo dimenticato, ed ho ricordato gruppi come Area, New Trolls, le Orme e naturalmente la PFM...).

Prendetevi tempo, datevi tempo per capirlo e questo disco non vi deluderà. (Marco Camozzi)