recensioni dischi
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DAVID LEE MYERS  "Lustre"
   (2022 )

Cinquantatreesimo album per David Lee Myers. L'elettronica modulare gli permette di realizzare “Lustre”, un disco (pubblicato da Pulsewidth Records) dai suoni dall'aspetto completamente liquido. Un ambiente che egli definisce “non-ambiente”, dunque una zona affine all'iperuranio, una loggia nera, uno spazio metafisico e inafferrabile.

Infatti, le dimensioni generate dai suoi esperimenti non sembrano chiaramente le canoniche tre. Il cosiddetto “liquido”, ha in realtà la sostanza sonora del plasma, di qualcosa costantemente cangiante. La consistenza appare più acquosa nella titletrack, più densa come il mercurio in “Peregrination”, più sbriciolata in piccoli pezzettini di plastica in “Chromatophores”.

Con “Gaz de marais” si può intravedere un misto tra sogno da videogame e incubo lynchano. Con “Totemic and hereditary” invece, la costante ritmica crea un certo movimento interiore, accostato da lugubri bassi che fanno pensare all'esplorazione di miniere, o labirinti sotterranei.

Come sempre, con l'ambient, ognuno può percepire ciò che crede. Ma la fattura di queste creazioni è pregiata. (Gilberto Ongaro)