recensioni dischi
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PASQUALE ZICCARDI  "Via Pia 37"
   (2022 )

C'è tutta l'interiorità di un animo che osserva con acutezza, immagina e si riempie di sentimenti. Nato nella Nuova Compagnia di Canto Popolare, Pasquale Ziccardi è, con ''Via Pia 37'', al primo album di musica "cantata" dopo oltre un trentennio di musica suonata, e numerose collaborazioni tra le quali meritano una doverosa citazione quelle con Peppino Di Capri, Musica Nuda, Maria Nazionale.

Un disco in cui, come lo stesso autore ha voluto sottolineare, "dentro c'è una profonda evidente laconicità espressiva" e che si compone di undici brani che hanno come tema i desideri, le riflessioni d'amore, la contemplazione ed il sentimento che arriva e scompare.

Autore eclettico e versatile, Pasquale Ziccardi ha composto anche la famosa ''Dint'o viento'', cantata da Mina e compresa nel long playing ''Olio'' della Tigre di Cremona. Non possiamo, ascoltando questo disco, apprezzare tutta la grande qualità di questo autore, che ha incentivato un ulteriore sforzo rappresentativo nel periodo duro ed ineluttabile legato alla pandemia, esplorandone i meandri e maturandone stilisticamente una raffinatezza tale che in ogni suo testo e nel suono che lo accompagna possiamo percepire di primo acchito.

''Parlammo'' è il primo messaggio legato a quel periodo, in cui il cuore tormentato è alla ricerca del vero vivere, tra il fumo di una sigaretta e uno sguardo dalla finestra. Si pensa al presente guardando al passato, e si scopre che i veri valori sono tutti ancora lì: brano incisivo, con sonorità orientali a impreziosirne la già notevolissima portata di testo.

''Meu Core'' è invece il brano dallo sfondo sentimentale per eccellenza, la chitarra suona e declama questa dichiarazione di amore, di luce: "Meu core, chesta vita mia, spina addo staje". Dal tratto ieratico, narrativo, suadente nella sua infinita delicatezza che sfuma nelle note del pianoforte e riprende invocante.

Ci spostiamo ad ''Afro'', ecco l'esplosione dei suoni tipici della Nuova Compagnia di Canto Popolare tanto familiari: congas, maracas, "ed una vita che non basta per decidere, sembra un giovedi passato a guardarsi intorno, e non pensarci ancora su, parti e corri via". C'è voglia di evasione, di dimenticare il presente annerito affogando nell'esotismo. L'Africa sognata è la meta del desiderio "che promette e poi non mantiene mai. L'Africa ti prende e ti tramanda l'anima". Ritmo raffinato, atmosfere che balzano dal soffuso all'aggressivo e tornano al tema "del naufragare dolce in questo mare". Di fuga e sogno.

Torna la chitarra con la sua struggenza in ''Viva la Musica'', balza tra le quinte il tema dell'amore che arriva e che se ne va, troppo presto, "e che presto sarà spazzatura. Amore mio, alla fine vincerà il vero amore, la musica che parla al mondo. Viva la musica, arriva e già, arriva e sembra domenica". Viva la musica, quella che pulisce l'anima, quella pura, salvifica, di gran classe , targata Pasquale Ziccardi. (Leo Cotugno)