recensioni dischi
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THE SHAMELESS  "Love condemnation"
   (2022 )

Un percorso maturo e strutturato, questo "Love condemnation", ma soprattuto onesto: è già molto con l'aria che tira.

Dentro ci trovi buone dosi di Nick Cave, come no, con i suoi tappeti sonori di dolore oscuro e mai risolto. E pure Leonard Cohen, certo, con la sua statura di poeta che parla di (e con le) viscere.

A dar retta al comunicato stampa, che per una volta citiamo, sul piatto ascolti "atmosfere cupe appena illuminate da un barlume di speranza. Accordi azzurri di piano che si muovono all'interno di solide strutture ritmiche e si sciolgono dentro gli arrangiamenti liquidi delle chitarre". Vero, verosimile anzi. Ma quando è un disco ricco e ben fatto che va in loop per una serie di sere di fine primavera (maledetta, diceva colei) ecco che le ispirazioni, le sfumature, dicono anche altro.

Esempio molto imho, c'è anche in sottofondo la compassata eleganza di un Mark Knopfler, e a chi ha amato come me il David Sylvian di "Secrets of the beehive" e ha presente anche il primo Garbo non può che far piacere trovarne echi e suggestioni nei retrogusti del palato sonoro.

Ad esempio avviene a mio modesto avviso in una ballata come "Wonderful times", che sotto sotto strizza l'occhiolino al postremo Bowie di "Where are we now". Chapeau quindi al nuovo disco dei ragusani Shameless, che appunto senza vergogna rileggono e citano strade già attraversate con l'umiltà di chi è conscio di stare su spalle di giganti per spiccare il volo, senza vergogna perché non ce n'è bisogno se si è capaci di librarsi in aria senza paura di cadere e con l'evidente il piacere di farlo.

Questi signori esplorano e dicono la loro con autorevole sicurezza di mezzi e orizzonti e anche una notevole capacità di arrangiamenti e strutture melodiche tutt'altro che banali. Faticheranno a farsi strada in un mare di vasi di coccio, come vaso ben più solido e speriamo duraturo? Certo che sì ma chissene, non è musica da talent tv o da tiktok ma un robusto cocktail da meditazione adatto a questi preludi d'estate, quando ci si dimentica di usare il phon per i capelli ancora umidi e li si asciuga a finestrino abbassato con un po' di buona musica come questa che promana dal cruscotto.

A seguire, altre suggestioni molto imho e lo ribadisco moooolto imho, visto che non a tutti gli uffici stampa potrebbe piacere che lo scrivente abbia voglia di esprimere soggettivamente quello che la musica gli ghiribizza nel cerebro piccino. Si avverte qua e là, sempre in "Wonderful times" tra le mie preferite dell'album ma molto sottile quasi impercettibile, anche la nostalgia di un Sakamoto la cui presenza in questo disco con le sue tastiere minimali avrebbe reso il tuffo nel passato sonoro ancor più romantico. E certe cavalcate farebbero piacere alla Beth Gibbons del live newyorkese dei Portishead. O anche, rimembrando - si pensi al ritmo di "Shower your love" - alla Harriet Wheeler dei mai troppo rimpianti Sundays, uno dei frutti musicali più pregevoli sbocciati a Bristol a fine anni Ottanta.

Ma accontentiamoci, si era detto, ché lavori così come il nuovo Shameless, certo non ottimistici e solari e da una botta e via ma umbratili e malinconici, eppure al contempo capaci di una forza intrinseca e di una tensione irrisolta che scorre sottopelle e tiene sempre desti, sono ben rari oggi. Se uno ha visto un film ben poco scontato e per palati fini come "Enemy" di Villeneuve, giocato sui temi del doppio, del potere, dell'eros e del sadismo (e dell'aracnofobia a tenere insieme il tutto con bava di ragno) sa cosa intendo. E idem se si pensa a un attore tutt'altro che mainstream come il compianto Ray Liotta, che mi piace rimembrare qui come attore in "Something wild" di Jonathan Demme, dalla pregevole colonna sonora: ne scrivo - sì, è pubblicità - sul mio blog cranietopi.wordpress.com.

E poi nel nuovo Shameless non c'è solo questo. Si avverte soprattutto robusto e palpabile come un buon torbato di quella fabbrica di whiskey che è l'isoletta di Islay, nelle Ebridi, il piacere di fare musica insieme. Tutto ciò premesso brindo con un 8 meritato. 8 come sono 8 le tracce che compongono il lavoro, viene da sperare che ci siano b sides e ghost tracks e outtakes dalla fucina dei Shameless per non lasciare troppo a lungo orfano e affamato il loro pubblico in attesa di un nuovo lavoro che sarà, come per tutti i probi usciti dalla maturità, il loro vero esame di stato, ossia la verifica della loro serietà. Comportatevi bene, avanti così. (Lorenzo Morandotti)