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LA MASCHERA  "Sotto chi tene core"
   (2022 )

Ritorna la band partenopea de La Maschera con un album che è un inno alla libertà e che profuma di lei. Il grido di ribellione, pace ed amore "Sotto a chi tene core" è tratto dalle Quattro Giornate di Napoli, quando ci si apprestava ad attaccare i tedeschi, nel 1944, facendosi scudo del desiderio di non avere mai più addosso il giogo dell'oppressione.

Ebbene, quello stesso sentimento di volersi scrollare di dosso la catena e guadagnare il bene, La Maschera lo ha trasformato in questo piccolo capolavoro di nove tracce che raccoglie voci, coltiva il desiderio, segue un itinerario che ci predispone al ritorno alla vita. Così come lo storico vocalist e chitarrista del gruppo Roberto Colella ha spiegato, ''è meraviglioso ritrovarci, dopo tanto tempo di difficoltà, per cantare la gioia, quella autentica, di potere tornare a vivere''.

Ed erompe questa vitalità nel primo motivo, quello che dà il nome all'intero album, un rock che ti entra dentro e ti infonde animo e coraggio, impeto e risolutezza, e dove in un perfetto miscelarsi di sensazioni e racconti di cadute e ripartenze muovono la tromba sapiente di Vincenzo Capasso e la sempre presente batteria di Marco Salvatore.

Il nuovo album de La Maschera entra poi nei ricordi, di personaggi che hanno, con una esistenza tutta cuore e sacrificio, superato ostacoli di ogni genere pur di raggiungere la felicità: ''Mirella è Felice'' è la storia di un quartiere tristemente famoso, quello di Scampia, e di un uomo, Felice Pignataro (si gioca in maniera a dire poco magnifica sulla doppia attinenza di nome e di stato d'animo) in cui è bastata una intesa per costruire qualcosa di grande. "Volesse vincere a guerra cu te" canta Colella: argomento di tristissima attualità, che noi cerchiamo di vedere sotto i riflettori ma che invece ci richiama a quella rabbia e a quel sentimento di rivalsa. Se si vuole si può, come Felice e Mirella, simbolo dell'amore e della speranza che sono stati immortalati in questo motivo che sprizza tutta la brillantezza della world music punto forte della band partenopea.

Il tema della vera amicizia oltre ogni confine del bisogno, e protesa a superare gli ostacoli con le idee nobili del combattere per la vita: nasce così ''Conosci Thomas?'', altra canzone tutta da vivere in un attimo, con primattrici ancora la chitarra di Roberto Colella, la tromba di Vincenzo Capasso e la chitarra elettrica, che anima i due atti del brano, di Alessandro Morlando. Come si conquista la libertà? Combattendo tutta una esistenza, e magari facendo a meno dell'amicizia sino a tradire anche chi non si sarebbe mai pensato di tradire.

Torna vivo il tema del conflitto, della sete e della fame che ha una sua matrice nella indifferenza totale espressa da ''Core 'e lignamme'', la canzone della necessità che viene fuori nel segno della conoscenza e del rispetto dentro i confini di una galera. È questo il brano che esprime più di ogni altro condivisione: da un lato l'ingiustizia e dall'altro la serenità. Se questa ultima prevarrà, posso diventare la persona più felice del mondo, nonostante il morire di sete e fame.

''Dorme cu' mmé'' è una delle due ballad che compongono l'album, una finestra sulla fortuna di avere una colpa e la chitarra di Roberto qui colpisce diritta al cuore. Sognare un mondo migliore, espresso in un solo verso che è poi l'essenza di tutto il disco e della filosofia del gruppo: "Amarsi è una carezza, è pane e libertà".

Ritorna la world music in primo piano con ''Chi se vò bene'', brano intriso di sudore e sale, dove chi ci è passato è giorno dopo giorno un sopravvissuto. Questo motivo è stato composto nel periodo più crudo della pandemia, e si avvale di una grande contribuzione da parte di Antonio Gomez, bassista della band. Il ritmo brillante di ''14 Agosto'', con influsso funk, introduce ad una pazienza finita da tempo, ora è giunto il momento della riscossa e bisogna farlo subito per evitare di ricadere in modo ancora più rovinoso. Un crescendo progressivo con la tromba di Vincenzo Capasso protagonista.

''‘A cosa justa'' è delicata e soft, dedicata a una immagine di vecchiaia dove il dolore non si sente più, si scorda il male e resta solo il bello: intenso e profondo il finale strumentale per pianoforte. Chiude "Se mai fossi", altro brano uscito in anticipazione all'album, e cantato per tutta la sua prima parte in italiano: un uomo interroga il suo grande amore chiedendole dove porterà il suo mondo, si tratta della canzone che dentro ha la più intensa solitudine, soffre tanto chi sta lontano e soffre tanto chi compagnia non ha, sottolinea Roberto Colella. In questo struggente brano è presente il feat. della voce leggendaria di Vitorino, uno dei maggiori interpreti portoghesi della canzone d'autore.

''Sotto a chi tene core'' è dunque un album pieno di identità, forza, un richiamo alla vita. Il cantare la bellezza dando voce a chi non ha voce. Rock e world music in magistrale accordo per un disco che è libertà. (Leo Cotugno)