recensioni dischi
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KICO KC  "Nessun piano B"
   (2022 )

È batterista per vocazione e nel sangue ha i cromosomi del rock puro e sanguigno, depurato dai fronzoli e volto al suo lato più incisivo e penetrante. Federico Corazzi, in arte Kico KC, produce un album, "Nessun Piano B", che, come rivela lo stesso autore, "è una presentazione di me stesso, così come sono, senza alcun surrogato alle spalle".

Anima rock ma anche vivace performer rap, in cui batte la perla ritmica dei pezzi (trascinante ''Via da qui (Via da chi)'', pulsante di libertà di spirito ''Palcoscenico'', il brano tra i sette compresi nel disco che va al sodo e genera una sonorità potente e coinvolgente, e nel quale i desideri musicali di Kiko si traducono in un arrangiamento essenziale.

Il bravo artista di origine umbra è figlio del cantautorato italiano che spazia tra Michele Silvestri e Samuele Bersani, ma ha come punto di riferimento Ivan Graziani, la sintesi di lingua italiana, rock e groove. Non c'è che dire, siamo in presenza di un ottimo album nel quale si sono fuse le esperienze autobiografiche, come nella stessa ''Palcoscenico'', vero distillato di vitalità scritta da Lorenzo De Felice, chitarrista ed amico di vecchia data di Corazzi. "In questo motivo si coglie il significato dell'esistenza, spesso una corsa ad ostacoli nella quale ci si incita a non perdere tempo, a essere sempre davanti".

Dal rap di ''Via da qui (Via da chi)'', molto vicina al tipico marchio di fabbrica di Willie Peyote, un arco di sperimentazioni che testimoniano una grande varietà nello spazio creativo di questo artista, e che lasciano una firma di qualità anche nelle acustiche ''Colore nel dolore'' e ''Rimani'', brani che fanno da testimoni ad un lato dell'autore che non disdegna affatto l'introspezione. (Leo Cotugno)