recensioni dischi
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STEFANO DENTONE & THE SUNDANCE FAMILY BAND  "Sunday ranch"
   (2022 )

L'ascolto del disco di Stefano Dentone & The Sundance Family Band ha subito eliminato un pizzico di diffidenza che mi era sorto leggendo, nel comunicato stampa, la formazione e l'ambito musicale di questo "Sunday Ranch".

Beh... sì, perché viaggiando idealmente fra Louisiana e Tennessee, con coordinate musicali folk, blues, rock e country, è possibile "perdere la bussola"... poi quel mandolino, se fossimo sulle rive del Mississippi sarebbe un banjo... ma che diamine, siamo in Italia...

No... via ogni diffidenza, perché qui emerge un affiatato ensemble di veri musicisti e musiciste.

Tutte le undici tracce contenute nel cd (registrato sulle alture di Livorno) sono scritte dal leader che ne ha curato la produzione ed il mixaggio. Il cantato è in un inglese credibile e la voce di Dentone intonata e mai sopra le righe, assieme a cori armonici femminili molto caratteristici.

Tutti i brani hanno ritmi piuttosto sostenuti ed il mood richiama realmente le atmosfere americane, però con sonorità originali e raffinate, sorrette da un drumming batteristico metronomico e solido. Molto interessante l'alternarsi durante diverse tracce di assoli di violino, mandolino, contrabbasso e chitarra blues; ciò rende il tutto molto fruibile, sia per le timbriche che per i sapienti e calibrati stop and go.

Qua e là mi arrivano echi di Eagles, Lynyrd Skynyrd, ZZ Top, R.E.M, Neil Young... mi stupirei se così non fosse... i riferimenti sono chiari ma la cifra musicale originale della band sta, a mio parere, nell'equilibrato avvicendarsi di suoni acustici (violino, mandolino, contrabbasso) in contrapposizione a chitarre piuttosto forti e ritmi marcati. Noto anche una ricerca nelle tonalità che, pur mantenendosi entro i canoni tradizionali del blues e del folk, a volte sorprendono.

Tutti i brani sono di valore. Cito la traccia 7 "Lot of loving left to do", veloce blues ballad che mette in risalto tutte le caratteristiche del messaggio musicale del gruppo, la 2 "Honey, I don't know", convincente rock blues con notevoli assoli di violino e chitarra elettrica e quel "velo" di mandolino... Molto rappresentativa anche la ritmica folk ballad "Coming back home", terza in scaletta, con quelle sonorità pizzicate di mandolino in evidenza, immerse in un effetto acustico dato da violino e contrabbasso. Auguro ai nostri molte date live. Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)