recensioni dischi
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WIM MERTENS  "Heroides"
   (2022 )

In Heroides, ispirato alla straordinaria opera di Ovidio, un insieme di poemi in forma di epistola inviati da eroine mitologiche ai loro amati assenti, Wim Mertens costruisce un’opera solida e vibrante, una composizione variegata e coraggiosa dove ogni singola nota è parte di un insieme più grande e solo in quella particolare forma e posizione trova il suo senso. La pièce è eseguita sia per piano e voce sia per un ensemble strumentale composto da violini, violoncelli, arpe e pianoforte suonato da Mertens stesso.

Con Heroides Wim Mertens celebra un’idea di musica che ha sempre cullato e anche il proprio ritorno sul palco: la tournée pensata per il 2020, infatti, che avrebbe festeggiato i quarant’anni di carriera dell’illustre compositore, può finalmente prendere forma quest’anno, dopo trentasei mesi difficili per i motivi che tutti noi conosciamo. Le due versioni di Heroides rappresentano due facce in qualche modo complementari dell’idea di musica che ha Mertens e, più in generale, della fase che l’artista sta attraversando. In Heroides si celano momenti melodici di un’intensità rara e passaggi ostici che provano a decostruire quelle stesse linee melodiche e ritmiche, tutto da cercare con attenzione e con pazienza in entrambe le versioni, quella cantata e quella strumentale.

Per quanto concerne i singoli episodi dell’opera, nessuno è mai lontanamente poco ispirato o non enormemente studiato e preparato nei minimi dettagli. “Medea” e “Sappho” paiono due lamenti che provengono dal fondo di una grotta oscura e gelata per quanto sono tragiche e piene di pathos. A investire emozionalmente sia per le loro pirotecniche e cinematiche piroette musicali sia per la drammatica nostalgia che le avvolge sono “Phaedra”, che apre il progetto, e “Briseis”, che lo chiude nel suo nebuloso e malinconico andamento acciaccato, correlativo espressivo dell’argomento che la lettera affronta.

Che si tratti del progetto cantato o di quello strumentale, la carica di originalità e di sentimento del nuovo lavoro di Wim Mertens non può non toccare chiunque nel profondo, dall’ascoltatore occasionale a quello che, invece, già conosce approfonditamente la produzione del compositore e mastica abitualmente la classica contemporanea. Già per la sua ambiziosa struttura e per il capolavoro letterario cui si rifà, Heroides è un’opera dall’alto valore poetico, illuminata ancora di più dalla sua architettura, particolarmente elegante e minuziosamente preparata. (Samuele Conficoni)