recensioni dischi
   torna all'elenco


INGA  "All'alba"
   (2022 )

Cantante dalla voce raffinata, Inga, di origini lettoni e da oltre 15 anni nel nostro Paese, costruisce il ritorno alla perduta felicità in questo "All'alba", disco che ha conosciuto gli albori nel periodo della pandemia e per questo capace di attraversare d'un fiato il buio tunnel della prova.

Sono otto i brani che lo compongono, ed ognuno di questi percorre, attraverso una fusion che è allo stesso tempo jazz ma soprattutto pop, la strada che conduce verso il tanto agognato momento magico del nuovo giorno.

Questo è prova nell'episodio sicuramente migliore dal punto di vista musicale, "Abbracciare l'alba", delicato intreccio di voce su tappeto di sax contralto, strumento suonato con maestria da parte di Fabio Tullo. La prova, afferma Inga, è stata durissima da superare , dentro l'anima esiste un vento che si dimena e fa contorcere: ma è ora giunto il momento di non celare più nulla, di liberare le ali. "La vita è una vallata con i fiori ed una musica dolce come la primavera": il verso che dice tutto sulla raggiunta gioia, rose del passato per colorare le giornate opache, ma ora che si è finalmente arrivati alla meta della luce dopo al buio, c'è la prova più difficile, quella dell'attraversare l'alba.

Echeggia del timbro inconfondibile di Giorgia, la voce di Inga, ora delicata, come in ''Piove su di noi'', ora molto più robusta e suadente, come in ''Volo siderale''. La jazz fusion è sempre a metà strada tra la purezza e il ricorso massiccio allo stile più agile del pop, testi sempre molto semplici, però nel loro aggradarsi volano parole e non si cerca di capire il loro perché, è l'avvio di "Piove su di noi". Sono sospiri che parlano tra le note, ancora affidate al sax (tenore) di Fabio Tullo ed ulteriormente ingentilite dal flicorno di Massimo Guerra. La voce di Inga, bellissima e calda, sprona a cercare, a dimenticare in fretta, perché presto arriverà nuova aria fresca nell' anima. Ed il volersi cercare di prendersi in giro per errori passati oramai perdonati è la conferma che si è in una nuova dimensione, quella dell'alba del nuovo giorno.

''Parole vuote'' ha un incipit che lega pianoforte e sax in una armonia di chiaroscuri, dipingendo i sorrisi che si accostano a poco a poco a riscoprire la loro forza. La gente non lo sa, se ne accorgerà e sarà ancora più bello tornare a riabbracciare la bellezza della vita e dell'amore. Se si scava si denota una certa rassomiglianza con i Dirotta su Cuba e allo stile inconfondibile del jazz-dance di Mario Biondi, altri punti di riferimento per questa interprete dalla notevole polivalenza: sono sempre calzanti le delicate atmosfere alla ricerca di potenza e materialità, antidoto alla indifferenza, uno dei temi più ricorrenti in tutto l'album, che si compone nella sua seconda parte di tre tracce in inglese, tra cui la intrigante ''Behind You'', che per una sua buona parte iniziale è una beguine, è quello del credere. La felicità uguale mondo migliore e questo sinonimo di unità di intenti. Chi crede ancora in noi (alla fine è il tema universale dell' Amore che vince ogni cosa a trionfare) non avrà mai paura.

''Volo siderale'' apre la porta a soluzioni ed orizzonti da danza: il brillare si materializza in questo swing - forse anche un po' pretestuoso - al bacio della pioggia: saremo ancora qui in mezzo alla tempesta che non fa più paura. È, tra i cinque brani in lingua italiana, il più vivace. In ''Se chiudo gli occhi'' torna a prevalere la sfumatura romantica , con Inga seduta al pianoforte ed accompagnata dal sax classico, un duo capace di dipingere una immagine che si compone di tre visioni, quella del conforto ad un cuore disperato, la seconda che ritrae l'incerto che fa splendere, l'ultima del volo alla conquista che fa fermare il tempo.

Guardiamo ai titoli delle composizioni della trilogia "inglese": ''I'm alive'', swing a dose forte, momenti a tinte forti, anime forti. Sono viva, vitale e rigenerata, posso correre quando non ci si credeva più: la jazz fusion ora è completa e porta alla ribalta la dosata batteria di Luca Trolli ed il basso sapiente di Alessandro Sanna.

Un lavoro gradevole nel suo insieme, e molto incline all'ascolto, forse però un piccolo passo in avanti deve ancora essere compiuto. (Leo Cotugno)