recensioni dischi
   torna all'elenco


EXTRA LIFE  "Secular works vol. 2"
   (2022 )

Dopo 9 anni di silenzio, tornano gli Extra Life da New York; è bene specificare la città, perché non si capirebbe solo ascoltando la musica. “Secular Works vol. 2”, ideale prosecuzione di “Secular Works” del 2008, è una commistione particolare di sonorità. Suggestioni bizantine incontrano il math prog rock, con un suono metallico, e melodie vocali di ampio respiro. Il tutto suona inquietante ed intrigante.

“What is carved?”, che apre il disco, sfida a fare i conti, a proposito di rock matematico, tra colpi aggressivi circondati da vuoto, e progressioni lancinanti di batteria, basso e chitarra, mentre viola e violino armonizzano in maniera orientale. “Coming apart” utilizza più o meno gli stessi elementi; la voce è carismatica, trascinante e molto varia in ciò che fa. Nonostante questi brani durino rispettivamente 8 e 10 minuti, non c'è spazio per la monotonia. Ad un certo punto voce ed archi intonano una melodia che segue la scala frigia, dando quindi un certo tocco del Mediterraneo orientale. A noi italiani, in quel momento potrebbero venire in mente gli Area (non dimentichiamo che Demetrio Stratos era di origine greca).

“The play of Tooth and Claw” ricorda certe direzioni progressive, e poi “We are not the same” inizia seria, con voce ed un arpeggio di chitarra acustica, per poi divenire via via più dolce. “What's been lost?” inizia con la voce da sola del frontman, Charlie Looker, che basta, con la propria convinzione. Arrivano pian piano un pad di tastiera, ed una campana funesta. I timpani contribuiscono al clima solenne e drammatico.

Ma ecco l'altro pezzo da novanta del disco: “Diagonal power”, avviato da un epico corno che apre le porte ad altre operazioni matematiche per chitarra e basso sferragliante. In una sezione allucinante, la voce ripete “Power” a inizio di ogni loop, e ogni volta quel che accade è inafferrabile. Quando si fermano tutti, il violino parte da solo, in una sequenza di rapide note a due a due (semicrome ribattute), aggiungendo un tocco barocco alla bestia metal, che comunque si limita a “schiaffeggiare” la musica, nel senso che non c'è mai un wall of noise; piuttosto, si ripetono dei colpi su piatto e grancassa, a distanze sempre diverse; dunque, non si sviluppa un ritmo, ma si resta in costante attesa. Il corno fa terminare il brano, come l'aveva avviato, e si conclude una composizione che da sola vale tutto l'album.

Ora però resta un commiato oscuro da affrontare: “Learning how to die”, sono le prime parole di “How to die”. La voce inanella delle note nel silenzio, che ricalcano melismi liturgici. La musica si riappropria del proprio spazio spirituale. Tant'è che alla fine, dopo degli interventi macabri di chitarra acustica e tastiera il brano si trasforma in una polifonia vocale.

Gli amanti del math, del prog, ma anche della musica antica e della composizione di ricerca, fatta con un certo criterio di qualità, con “Secular Works vol. 2” degli Extra Life troveranno pane per i loro denti! (Gilberto Ongaro)