recensioni dischi
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LUCA FUCCI  "Unsolved"
   (2022 )

Un viaggio strumentale, repentino ed emozionale come potrebbe essere un brano dei Mogwai, accompagnati dagli appoggi calorosi di un pianoforte, per tutto il disco di Luca Fucci, “Unsolved”. Che è un album chiaramente diviso in due parti. La prima, che inizia con “When we met”, raggiunge il suo apice a “The lightkeeper” per poi terminare con “Outway”, è un'ascesa fluida e celestiale. L'elettronica morbida e luminosa ci porta in un percorso fatto di luce e speranza.

“Gateway”, il primo brano della seconda metà, è come fosse una zona di stallo tra le due metà, ma già inizia a mostrare le caratteristiche della precipitosa discesa che sta per incombere. Ed ecco infatti “Repetition compulsion”, che cambia completamente il clima. Suoni malsani à la Nine Inch Nails ed oscurità diffusa. La sensazione si fa gradualmente più vivida, fino a toccare il panico e la fuga scatenata di “Knot”, tra suoni distorti e inesorabilità. “Briciole” sonore dell'ultimo suono, vengono raccolte nella chiusura “When we left”, simmetrica all'iniziale “When we met”. Raccogliere i cocci dopo una caduta a terra così vertiginosa è difficile. Ecco perché il titolo dell'album è “Unsolved”. La situazione resta irrisolta, ma filosoficamente parlando, è destinata a tornare ciclicamente.

Ben fatto, senza profferire una parola, la musica ti accarezza e ti graffia. (Gilberto Ongaro)