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THE BANKROBBER  "Lighters and lovers"
   (2022 )

Saldamente aggrappato alle ultime propaggini degli anni Ottanta con tenace resistenza e fervida immaginazione, “Lighters and lovers”, su etichetta Vrec Music Label, vede il ritorno del duo The Bankrobber a quattro anni dal precedente “Missing”. Formati quasi tre lustri orsono da Giacomo e Maddalena Oberti – fratello e sorella, voce e chitarra lui, voce e tastiere lei – ed oggi supportati da Andrea Villani al basso e Neri Bandelli alla batteria, ripropongono con fierezza e non senza un tocco di maestria la loro miscela di atmosfere melanconiche appena screziate da una sottile vena di romanticismo incupito.

Rispetto ai recenti trascorsi, a prendere il sopravvento – a tratti con decisione – sono sonorità guidate dai synth ed una scrittura ariosa che agli Eighties deve sì molto, ma che paradossalmente trova proprio in questo tuffo nel passato una provvidenziale singolarità, affrancandosi con decisione dagli echi di indie-pop anglosassone che ne avevano finora segnato la produzione.

Undici episodi per trentotto minuti concisi e dritti al punto presentano la band sotto una nuova luce, descrivendo un percorso capace di coniugare gli elementi più disparati con la massima naturalezza. Arrangiato con cura meticolosa, l’album ondeggia con nonchalance tra la dance rafffinata dell’opener “Leash died (shouldn’t cry)” ed il pop brioso del singolo “White skin”, impreziosito da un sontuoso chorus e da un uso delle tastiere così deliziosamente retrò; alterna l’up-tempo incalzante di “Kill my name” ed il trionfo dei synth nell’accoppiata “Garden of bones”/”Bury me softly”, il beat ammaliante di “Guns of grace” (con featuring di SBK, giovane promessa del grime londinese) e la morbidezza confidenziale in punta di chitarra di “Carry me on”.

Tra brillanti intuizioni ed una impeccabile resa sonora che rende il lavoro vitale e intrigante, spiccano tra le altre l’impennata electro-punk di “Hate me” e la chiusura di una “Floating together” che per cinque minuti di pura beatitudine insiste con grazia su una cadenza metronomica ed un sound d’altri tempi, come se gli Alphaville periodo “Afternoons in Utopia”, Anno Domini 1986, non fossero mai passati di moda: questi sono The Bankrobber, Anno Domini 2022, un vero piacere. (Manuel Maverna)