recensioni dischi
   torna all'elenco


AHMAD JAMAL  "But not for me"
   (1958 )

Ahmad Jamal fa parte di quei jazzmen che non hanno età, possiede la maturità di uno che non ha niente da dimostrare e niente potrebbe turbare l’ovvietà della sua musica.

Jamal è senza dubbio, con Oscar Peterson e Bill Evans, il più influente leader di trio del jazz moderno; uno di quelli senza i quali Miles Davis e McCoy Tyner non sarebbero stati ciò che sono o sono stati.

La sua influenza è sempre più presente sui giovani pianisti. Con quel suono unico, quelle idee limpide, quegli attacchi percussivi, quelle successioni di note cristalline, quel suo modo di esplorare tutti i registri della tastiera, quella sua capacità di sorprendere l’ascoltatore, Jamal ha scritto qualcuna delle più belle pagine della storia del jazz.

«La vita, come la musica, è né lineare né semplice. E’ una storia. Ogni volta che faccio un concerto, non mi preoccupo affatto della tecnica, ma di una cosa sola, ovvero raccontare la mia storia. E ci sono tante cose da dire…”.

Nato a Pittsburgh nel 1930, Jamal inizia a suonare il pianoforte a tre anni. “La musica ha deciso per me. E’ venuta da me. Mi ha trovato lei, e non il contrario. Avevo tre anni, e mi sono messo al pianoforte. Ecco! A quell’età le decisioni non si prendono, è l’istinto che mi guidava. I miei hanno realizzato questo mio talento, questo dono. Ho seguito delle lezioni per nutrirlo. Per risparmiare un po’ di soldi mia mamma andava a piedi piuttosto che prendere i mezzi!”.

Nel 1949 forma il suo primo trio, The Three Strings, con Ray Crawford alla chitarra e Eddie Calhoun al basso. Suona al Blue Note di Chicago, a New York, e l’etichetta Okeh gli fa registrare i suoi primi dischi. Nel 1956 Jamal forma un nuovo trio. Sostituisce la chitarra con la batteria e inizia a porre le basi di una nuova estetica, rivoluzionaria in quanto accorda un’importanza uguale a tutte le tre voci del trio.

Bill Evans, Red Garland (spinto dal suo leader Miles Davis), George Shearing o Jacky Terrasson hanno ascoltato attentamente questo modo di costruire il trio. Con Israel Crosby al basso e Vernell Fournier alla batteria, Jamal inventa il trio moderno. Il trio storico registra nel 1958 l’album-cult “But Not For Me” che rimarrà 108 settimane tra le dieci migliori vendite di dischi.

E’ un periodo di intensa attività: il trio va in tour e registra senza sosta. Jamal si fa costruire un club-restaurant, crea la propria etichetta discografica… Ma improvvisamente, la macchina si ingrana: Jamal divorzia, chiude il suo Club, i suoi musicisti lo lasciano per altre formazioni.

Ahmad parte per un viaggio in Sud Africa, in Sudan, il silenzio fonografico si installa, la sua carriera rallenta. Nel 1985 tuttavia, il percussionista Jack Dejohnette gli dedica una composizione sul suo album “Piano Album”. Una dedica che corrisponde al ritorno di Jamal, come lo dimostrano la sue registrazioni negli anni ottanta per Atlantic.

Adesso, a novant’anni, Ahmad Jamal si interessa esclusivamente alla struttura e ad epurare le sue composizioni. Se uno gli chiede il suo “credo” artistico Jamal risponde: “Riflettere, come in uno specchio, la creatività, è tutto ciò che può fare un creatore”.