recensioni dischi
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DELIO LAMBIASE  "Radice"
   (2022 )

Seconda uscita per Delio Lambiase, “Radice” è un album cantato in dialetto, che per l'artista salernitano rappresenta un appiglio per non impazzire, durante i vari lockdown. I primi 4 brani sono molto rilassati, su ritmi moderati e con molti riverberi alla chitarra, che zuccherano il suono, portandolo in una sorta di dream pop sulla sabbia, come si sente in “Ngoppa 'a spiaggia”, o nel brano d'apertura “Si cagnasse”.

“Guardo il cancello ma frate' nun esce”, parole amare per “Povero Cristo”, dove una leggera distorsione di chitarra accompagna questo racconto, fatto di violenza e manganelli. Il pianoforte invece apre un più tenero augurio: “Spero staje buono”, tra ricordi, cuscini ed abbracci. Ed ecco la condizione esistenziale, forse il pezzo centrale dell'album: “Varche mmiezo 'o mare”. Siamo barche in mezzo al mare; ma barche di carta, “cchiù fini di un giornale”, e rischi di consumarti la mente pensando e ripensando troppo. E durante quei mesi di chiusure forzate, di sicuro l'overthinking ha colpito anche chi non era abituato a riflettere con così tanta costanza.

La seconda metà dell'album cresce di forza, con la convinta “Credite forte” e soprattutto con “Nun te fermà maje”: “A gente me dice so pazzo (…) mo canto, nun tengo risposte (…) nun t'abbattere mai, nun te fermà maje”. La canzone corre su un ritmo country rock, quasi hoedown. E si termina con la festosa “Chistu nonno”, il pezzo più folk, con tanto di cori popolari.

La prima metà del disco dunque tranquillizza, cerca di stemperare la tensione della situazione (“e nun ce pensà”), per poi risvegliarsi, ma convertendo l'angoscia in energia positiva, per recuperarsi, tornando alla propria “Radice”. Comprensibile ed apprezzabile anche dai non salernitani! (Gilberto Ongaro)