recensioni dischi
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OvO  "Ignoto"
   (2022 )

A due anni di distanza dall’ultimo “Miasma”, segnato da un gran numero di prestigiose collaborazioni, sono tornati gli OvO con “Ignoto”, un disco figlio del lockdown e nato con l’obiettivo di introdurre elementi di novità rispetto alla passata produzione della band, ma anche di sviluppare alcune intuizioni già apprezzate in “Miasma”.

“Ignoto”, decimo lavoro in studio per il duo, ha visto la luce all’alba dell’autunno e comprende due brani di oltre venti minuti ciascuno, “La morte muore” e “Distillati di tenebre”, di cui sono stati pubblicati alcuni estratti nei mesi precedenti. La prima grande novità, già preannunciata dalla tracklist, è l’utilizzo della lingua italiana e la scrittura di frasi di senso compiuto, secondo un filo che è anche musicale: si parte in un’atmosfera tetra, segnata dal percuotere incessante e dall’eco da esso generata, e si entra in un mondo dove i temi ritmici aumentano progressivamente.

La sensazione è quella di un loop scuro da cui non c’è via d’uscita, ma la realtà dice che “Ignoto” aggiunge lentamente elementi elettronici e noise, sfumature industrial, dark ambient, stabilendosi in lande sludge/doom metal che hanno un retrogusto avanguardistico. “Distillati di tenebre” è l’esplosione definitiva, con un gusto quasi punk nella prima fase e l’espressione di una chiara vena sperimentale nelle ultime due parti, che legano rumorismo analogico e sintetizzatori più ragionati.

Gli OvO continuano a essere ostinatamente difficili, ma regalano un altro buonissimo lavoro che si inserisce a pieno titolo in una già importante discografia. (Piergiuseppe Lippolis)