recensioni dischi
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STEFAN ROMER  "ReCoder sound"
   (2022 )

Dopo aver decostruito il rumore di una pallottola in “Six Gun Shot”, Stefan Römer ritorna con le sue idee di deconcettualizzazione, confluite nel nuovo lavoro “ReCoder Sound”. Come nel 1984 uscì il film distopico tedesco “Decoder”, con la colonna sonora di Genesis P-Orridge, così Römer realizza questa musica per il film sperimentale ''ReCoder of Life''. Uscito per Corvo Records, “ReCoder Sound” è un album formato da frammenti di rumore, come “Noise ReCoder”, campionamenti di voci come “Voice ReCoder”, e a volte l'unione di questi, come “Voice Noise ReCoder”. Titoli lapalissiani!

Accanto a questi, ci sono due brani orecchiabili: “Reco Song” e “Sex practice is text practice”, un'elettronica dal tipico basso synth nasale mitteleuropeo. Ma c'è un intero minuto, chiamato “Crackle – Nostalgic (popular modern) sound”, che è costituito dai soli rumori di vinile. Questi esperimenti sono trainati da forti posizioni, come quella dell'ecologia oscura. Nella “Reco Song” si parla del protagonista del film sperimentale, Reco, che si adatta al social network, anziché adattare esso a sé: “Reco is working online / optimizing herself for social media / as a cyborg / will you call it work? (…) we are lost and addicted / mind-infected predicted / defragrelicted, digitally hollow / doom scrolling what you can borrow”.

Dunque partono riflessioni sul rapporto tra uomo e macchina, argomento da sempre così sentito in Germania. Ripensando ai Kraftwerk, siamo davvero arrivati ad essere noi i robot? (Gilberto Ongaro)