recensioni dischi
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HACK  "Inaktuell"
   (2022 )

Le parole scritte e cantate da Denise Fagiolo, voce del trio romano degli Hack, evocano visioni mistiche, e sembrano prendere spunto direttamente da Franco Battiato. Infatti, sbirciando i sei titoli prima di ascoltare i brani, mi cade l'occhio su “Via Lattea”. Forse sarà una canzone omonima, penso, con argomenti simili. Arriva il suo turno e l'ascolto... no no, è proprio la cover del Francone nazionale. Grazie! È una cover semplice, che non stravolge l'originale, ma nemmeno la copia. E come tutte le cover dentro un progetto di musica nuova, ci aiuta a confermare la direzione, l'intenzione del progetto Hack.

Con “Mileva” entriamo musicalmente nella techno, sviluppata da Giulio Maresca, dj e programmatore del trio. Concettualmente invece, entriamo nell'iperuranio, perché, platonicamente parlando, “la musica è sopra di noi”, mentre “tutto è un mistero perfetto immobile”. Il fascino dell'enigma si snocciola in “Flares”: “Chiudi gli occhi, è così che ti parlo in segreto, che ti incontro dove non c'è luce, dove tace ogni cosa, ogni voce che possa sorprenderci”. Il brano è concluso dal pianoforte di Cristiana Della Vecchia, la tastierista del trio.

Suggestivo titolo, “Aria bianca” è forse il testo più visionario: “Tutto si eleva intorno a me, e divento aria, solo aria bianca. Ripiego il cielo su di me, e divento aria, solo aria bianca (…) I transiti remoti e le stelle mi riconoscono (…) Fuggono via le ombre, e fiori implacabili mi abbagliano, infiammano. Di ogni mio sguardo, tu sai che tutto mi sperde, lo sai, ma non precipito più”. “WP” insinua il dubbio che ciò che vediamo sia irreale: “Oggi ogni cosa mi attraversa veloce e regolare. Oggi non c'è niente di normale, ma solo ciò che si ripete identico mi sembra reale”. E suscita molti pensieri laterali, l'espressione “la sublime tentazione delle simmetrie”.

Bella la costruzione musicale del finale “Che tu sia sogno”. Inizia con pulviscolo elettronico non ritmato, mentre la cantante ricorda che per capire quel che vediamo non basta l'intelletto, ci vuole quello che i romanticisti chiamavano Witz, il lampo dell'intuizione: “E non c'è più ragione o verità, ma lampi improvvisi che aprono gli spazi intorno a me, densi e sconosciuti si espandono”. All'arrivo della parola “aprono”, anche la musica si apre, avvia la ritmica, e gli arpeggi.

In questo breve EP “Inaktuell”, uscito per Beta Produzioni, prende forma un'elettronica spirituale. (Gilberto Ongaro)