recensioni dischi
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ROBERTO BOTTALICO  "Il favoloso mondo di Wayne lo strambo"
   (2022 )

Le coordinate musicali di questo disco si situano nell'ambito del jazz inteso nella sua più tradizionale accezione, con radici ben solide nel passato ma reso attuale e moderno tramite la ricerca, l'ispirazione, i riferimenti, i rimandi e l'immedesimazione in relazione ad un grande sassofonista e compositore tuttora vivente quale è Wayne Shorter.

Roberto Bottalico, giunto al suo quarto lavoro discografico, è alla testa di un gruppo solido ed affiatato: gli Alter&Go Project, con il quale accompagna gli ascoltatori in un percorso con personaggi immaginati e scritti traducendo la storia in musica negli otto episodi in scaletta, tutti composti da Bottalico stesso, tranne la traccia n.6 "Resolution" di John Coltrane.

La figura di Shorter, considerato fin da giovane un po' strambo ("as weired as wayne", appunto...!), ha notevolmente influenzato musicalmente molti sassofonisti in ambito jazz... (del resto anche Shorter a sua volta aveva avuto come nume tutelare Coltrane...), ed ha significativamente ispirato il nostro autore nell'attitudine e nei principi compositivi, trasmettendogli anche un messaggio importante a livello personale: essere sincero con sé stesso, osare con senso e raggiungere la migliore espressione del proprio essere. Ricordiamo fra l'altro che Wayne Shorter ha suonato a lungo con la band di Miles Davis e che è stato uno dei fondatori dei mitici Weather Report.

Dal punto di vista musicale si riconoscono note tronche, lunghe frasi figurate, ritmiche, pause e parossismi che il sax tenore, padroneggiato da Bottalico, esprime, sussurra, lamenta, estende ed urla. Questo traduce l'immaginario dei personaggi del favoloso mondo citato nel titolo, derivazione del background culturale dell'autore.

Ecco quindi che abbiamo l'ispettore Porfirij Petrovic (Dostoevskij), Dedalus (Joyce), un gigante che cammina facendo mezzo passo alla volta, e lo stesso Shorter. La musica descrive immagini mentali, un inseguimento, un flusso di pensiero, uno stato d'animo. Il disco inizia però con "Assembramento n.7", dove protagonista è il caos di idee dentro di noi, un incontro-scontro di pensieri favorito anche dai tempi di "lockdown" in cui è nato il disco... Su tutti gli episodi cito il brano n.4 "Kukurusa na prabodie", cioè il chicco di mais che sta in equilibrio su un filo...(!) dove per struttura, progressioni, fraseggio e timbrica si raggiunge l'apice di tutto il disco... la stessa immagine si presta pure ad un'ottima metafora esistenziale.

In generale mi sarei aspettato una maggiore interfunzionalità e dialogo fra gli strumenti, non capita spesso di avere ottimi musicisti a questo livello con chitarra...(!), contrabbasso e batteria. Mi sovviene lievemente il pensare a quanto maggiore spazio agli altri musicisti si sarebbe potuto lasciare e nel contempo ottenere un risultato più collettivo... Per quanto, in effetti, la produzione è dedicata al sassofono, e questo si avverte nel mixaggio... Da ascoltare preparati. Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)