recensioni dischi
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TRONDHEIM VOICES  "Gjest song"
   (2022 )

Guidato magistralmente da Sissel Vera Pettersen, il complesso norvegese delle Trondheim Voices interpretano con un’intensità e un trasporto straordinari composizioni di Christian Wallumrød. Ogni singola voce di Gjest Song, album uscito per la storica Hubro Records, è un invito a lasciarsi trasportare lontano e a farsi catapultare in uno spazio privo di riferimenti temporali dove si viene immersi da una cappa di magia dal quale è impossibile astrarsi.

Il progetto Gjest Song nasce da lontano: nel 2015 i Trondheim Voices collaborano con Wild at Art per produrre una performance, “Gjestehus”, suddivisa in cinque giornate al Trondheim lnternational Olavsfest di quell’anno. Wallumrød era stato invitato a comporre musica che venisse eseguita ogni giorno e che si formasse giorno dopo giorno quasi spontaneamente. Inciso in studio ben cinque anni dopo quell’evento, quel materiale è cresciuto, è cambiato, è maturato. Wallumrød aveva scritto musica priva di testo proprio perché essa potesse modificarsi nel corso della collaborazione coi cantanti e così è stato.

Nei suoi quasi quaranta minuti di durata, Gjest Song è il tentativo di collocare il suono e la voce in uno spazio senza tempo dove ogni certezza che pensavamo di avere costruito crolla miseramente. Le altalene emotive di “Open Aften”, apertura del disco, così brillante e icastica, sembra voler raggiungere l’Empireo, innalzarsi dal fango fino a toccare le stelle, scardinare qualsiasi punto di riferimento preesistente. L’eterea e avvolgente “Sixth Anneks” leviga con una precisione mozzafiato un paesaggio della mente che va formandosi pian piano mentre si ascolta il pezzo, così come lo sperimentale e cupo “Urte Garden” scava nell’animo un solco nel profondo che è difficile da comprendere. Spaventa anche la notturna “Flashdance”, riempie il cuore pur lasciando ferite la seducente “Hei Morrow”.

Ogni momento di Gjest Song è a suo modo magico. Le finalità del progetto, la sua elaborazione e la fitta e magmatica collaborazione tra Wallumrød e il complesso è semplicemente magnifica. Ci sono intesa e comunanza d’intenti, c’è una emozionalità primigenia e quasi sofferente, c’è un numero enorme di strade musicali intraprese, ci sono l’ambizione e il coraggio necessari per rendere il progetto affascinante e riuscito. Per tutti questi motivi Gjest Song non deve passare inosservato. (Samuele Conficoni)