recensioni dischi
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TRÓNCO  "Trónco"
   (2023 )

I Trónco sono un collettivo genovese di musica sperimentale. Al tramonto dello scorso anno, i liguri hanno pubblicato un album omonimo, che è anche il primo full length della loro parabola discografica.

Registrato in presa diretta nell’estate del 2020, “Trónco” comprende sette brani di difficile collocazione non soltanto musicale, ma anche in un certo senso temporale, in cui una strumentazione corposissima, prevalentemente ma non esclusivamente acustica, disegna scenari di perenne sospensione, atmosfere dense ma mai realmente palpabili.

“Trónco” incede e si rivela lentamente, esplora sonorità che si potrebbero (forzatamente) stipare in una sorta di zona grigia tra avant-folk e l’ambient, con orchestrazioni acustiche che riescono a suggerire atmosfere sottili e minimali, misurati inserti elettronici, voci che si stagliano in una narrazione profonda, che sa accogliere anche elementi jazz e sensazioni orientaleggianti, come nell’ottima “Ebelin”, proprio al centro di un percorso lungo e pieno di colori.

“Dandelion” è il punto di partenza di questa sorta di astrazione dal tempo e dallo spazio chiamata “Trónco”, con il suo afflato psichedelico e le sue scheletriche rarefazioni, mentre “Medin” propone sonorità più avvolgenti, ancora in bilico tra avanguardia, ambient, pulsioni cinematografiche e la sensazione che si tratti di uno sguardo sul mondo inteso come mero punto di osservazione: dall’alto, nel verso senso della parola.

Il vento del deserto culla “Daya”, “Agnello” evoca ancora una sorta di psichedelia mediterranea che nella sua evoluzione attraversa anche ambientazioni orrorifiche, prima della più spensierata imprevedibilità di “Cicala”, improvvisamente trainata dalla voce. “Coda” è l’ultimo atto di un viaggio a tratti surreale verso e dentro l’ignoto, con un umore più disteso, quasi a dirci che ci può essere quiete anche nel perdersi.

“Trónco” è una delle chicche più nascoste e luccicanti del 2022 musicale italiano: un disco col quale smarrirsi, appunto, ma ben più d’una volta, esplorando sensazioni sempre nuove. (Piergiuseppe Lippolis)