recensioni dischi
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MINDANCE  "Colors"
   (2023 )

A volte si cercano, tra montagne di parole, definizioni e generi per descrivere e lodare dischi di nomi altisonanti, senza accorgersi che spesso la buona musica la possiamo trovare ad un palmo dal naso.

I minDance provengono da Campobasso e sono responsabili di un disco straordinario, sospeso tra la psichedelia, quella che potremmo definire "classica", il blues ed il rock progressivo di stampo anglosassone. Una sequela di brani assolutamente di grande impatto, che parte deciso e duro, lasciando intravedere una certa ammirazione per i Black Sabbath, quelli più antichi.

Ma poi è come se la band si lasciasse andare ud un turbinio di suoni e colori, per una cosciente e cercata ubriacatura. Ecco quindi che emerge ''Hypgnosis'', un brano dove l'aggrapparsi onirico ai Pink Floyd di Barrettiana memoria è molto palpabile, anche se passa per un più "terreno" e vivace ''Colors'' (il brano). Poi è un tutto andare verso il nord, in un viaggio etereo, atmosferico e rilassante, incontro a quell'Ignoto toccato da temerari Viaggiatori Cosmici...

Ma un pensiero mi viene spontaneo: come sarebbe stato accolto ''Colors'' se la band fosse stata di Lowfield, (immaginaria) località del nord Inghilterra? Oppure da qualche sperduto villaggio norvegese? Forse sarebbe menzionata come rivelazione dell'anno sulla prestigiosa rivista inglese Prog e magari corteggiata da label blasonate come la KScope, o la Karisma...

Invece è l'ennesima scoperta/conferma (i minDance sono al secondo album) dell'italianissima Lizard Records, etichetta capitanata dall'amico Loris Furlan, che vince sicuramente la classifica di chi ha Passione. Ma quella italiana, purtroppo o per fortuna, è un'altra storia. Listening... (Mauro Furlan)