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RAY GELATO AND THE GIANTS  "Locked down but not out"
   (2023 )

Castigat ridendo mores, dicevano gli antichi. Ricordo una vignetta di Altan dei tempi d'oro: una splendida fanciulla di colore che invita il suo drudo nella capanna della jungla a un secondo amplesso nottetempo dopo il primo un poco fugace e sbrigativo: "E stavolta mettici un po' di jazz" dice la bella.

Ecco, con quello spirito ironico e divertente che torna a prorompere tra le righe della memoria, confesso che era dai tempi di "Jumpin jive" di Joe Jackson che non mi divertivo tanto a ripercorrere le sonorità di swing e jazz nella mia stanzetta sonora. Grazie quindi di cuore a Ray Gelato (mai un nome è stato inversamente proporzionale alla verve che suscita) che come un redivivo Frank Sinatra - ma senza strafare, come spetta ai crooner, e senza compromessi con la mafia - ci regala una ventata di ottimismo canoro e sonoro che di questi tempi sono vera manna dal cielo.

Certo, a un primo ascolto a qualcuno sembrerà di stare nell'arena di "Ballando con le stelle" (al netto per fortuna dei litigi che paiono tanto costruiti a tavolino tra i presunti intrattenitori di quel programma invero inguardabile), ma l'ironia e la verve di Gelato hanno presto il sopravvento, e poi chissenefrega, crepino avarizia e tristezza, un po' di pazzia ci vuole in questi tempi pazzi, no? ecche diamine. Anche al punto da regalarsi un intero album nostalgico al punto giusto come questo: scherza coi santi e lascia stare i fanti, verrebbe da dire capovolgendo il noto detto.

L’irresistibile Ray Gelato con i suoi inossidabili The Giants, che dà metri e metri di filo da torcere a tanti presunti artisti canori di oggi, è personaggio inglese ma celebre in tutto il mondo, unisce allegramente jazz, swing e jump blues, ed è conosciuto come una delle maggiori forze nel revival della musica swing. E questo disco frutto del lockdown, che invita ironicamente a lasciarci alle spalle la pandemia esorcizzandola a suon di balli e canti all'insegna di un po' di sana allegria, ce lo conferma con vigore e forza, con la giusta grinta funky da vero entertainer d'altri tempi.

Ce ne fossero, di Ray Gelato. Perché - modesta proposta - non dargli un programma in prima serata levandoci di torno nani e ballerine che pullulano su vari canali? Le orecchie e l'autostima ne trarrebbero immediato giovamento. Invece a Sanremo hanno come ospiti d'onore i soliti Maneskin. Ma voi sabotate il festival, e mandate a manetta sul giracd, sul giravinili o sullo streamer di rete per i vostri meritatissimi sabati sera di baldoria, questa raccolta ruspante e divertente e divertita di suoni che evocheranno nel tinello vecchie e sane glorie jazz, in stile Cab Calloway e soci. Voto 7,5. (Lorenzo Morandotti)