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ANA CARLA MAZA  "Bahía"
   (2023 )

Un violoncello e una voce, bastano questi ad Ana Carla Maza per volare in alto, in quanto a grazia ed emozione. Di padre cileno e madre cubana, la precoce musicista ha creato un proprio stile, che mescola classica, jazz e ritmi sudamericani. L'album “Bahía”, uscito per Persona Editorial LTD, presenta varie sfaccettature di quel che si può fare col violoncello. A partire dal lento pizzicato che apre “La Habana”, dedica alla capitale di Cuba, che da metà ospita anche la voce, per poi avviarsi in una energica marcia con l'archetto. Questo brano, solenne e asettico, non dà ancora del tutto la cifra dell'artista.

Per “Bahía”, la titletrack, Maza segue pattern di samba, ed ecco la cifra: melodie allegre, cantate in francese, e ritmi incalzanti, con digressioni vivaldiane. “Astor Piazzolla”, come si può intuire, è un tango per violoncello, dedicato al grande compositore. Grandi vibrati e glissati. Poi, gli arpeggi di “Todo irá bien” ci portano in spagnolo quel messaggio che ci ha ossessionati nel primo lockdown (“Andrà tutto bene”), frase che anche Ana Carla si è ripetuta per farsi forza, anche perché “Miles de razones tienes para ser feliz”, hai mille ragioni per essere felice.

Poi arriva l'apice della tenerezza con “Le Petit Français”, il piccolo francese “che mi parla all'orecchio”, un pezzo su un incontro fortuito con un ragazzo, col quale si scrissero lettere d'amore e nulla più; una relazione solo immaginata, platonica, tradotta in una melodia leggera. Più marziale la strumentale “Huayno”, che si rifà al quechua peruviano. Il grazioso valzer “Le Choses Simples” mette in risalto la vocalità di Maza, e la sua capacità di creare cadenze. Con “A tomar café” entriamo nella rumba cubana, dove la cantante alterna spagnolo e francese.

L'album è chiuso con il pianoforte, perché “Miriam Valdés” è una dedica alla sua insegnante di pianoforte, morta di covid. Il brano presenta sia progressioni armoniche romantiche, che ritmiche marcate, con tanto di un accordo di sesta/nona (un accordo jazz). “Bahía” manifesta la forte sensibilità di Ana Carla Maza, e attraverso l'incontro di stili lontani, racconta la sua storia personale. (Gilberto Ongaro)