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KING AYISOBA  "Work hard"
   (2023 )

L'ultimo album di King Ayisoba, "Work Hard" (uscito per Glitterbeat Records), è uno straordinario esempio dell'approccio unico e innovativo dell'artista alla musica tradizionale ghanese.

L'album è un'esplorazione elettrizzante ed energica del variegato patrimonio musicale del paese, combinando elementi di highlife, kologo e altri stili regionali in un insieme senza soluzione di continuità e pure incuriosente, come la scelta di utilizzare strumenti che per la tradizione musicale occidentale sono “particolari” ma che invece sono fortemente tradizionali per la cultura africana ghanese.

Dal brano di apertura, “Good things God Knows", è chiaro che Ayisoba si impegna a utilizzare la sua musica come strumento per commenti sociali e politici attraverso la spiritualità. I testi sono un potente invito all'azione, che esorta gli africani a prendere il controllo del proprio destino e lavorare per un futuro più luminoso.

La traccia presenta una sezione ritmica trascinante, con il caratteristico kologo di Ayisoba che suona intrecciandosi dentro e fuori dal mix. Altrove nell'album, Ayisoba esplora una varietà di stati d'animo e ritmi, dalla “jazzistica” di “Kokoko Enter" al frenetico allenamento dancefloor di "Abome".

Per tutto il tempo, King mostra un'impressionante gamma di tecniche vocali e strumentali, passando senza sforzo da cantilenanti delicati a grida gutturali e da melodie selezionate con le dita a riff fulminei. Un lavoro importante, quindi, che unisce più teste come una delle leggende post-punk: Zea dei leggendari The Ex, che ha curato insieme all’artista gli arrangiamenti e in buona parte anche il mix riuscendo nell’intento di unire due mondi apparentemente distanti.

Nel complesso, "Work Hard" è un album magistrale, che mette in mostra i talenti di Ayisoba sia come interprete che come cantautore. È una dichiarazione appassionata e profondamente personale che parla delle lotte e delle aspirazioni del popolo ghanese e merita di essere ascoltata da un pubblico ampio e riconoscente. (Silvio Mauro)