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KARMA VOYAGE  "Lights in forgotten places"
   (2023 )

Ecco che mi cresce l’imbarazzo. Mi trovo di fronte al primo disco dei Karma Voyage dal titolo ''Lights in Forgotten place'': mi sovviene un poco di imbarazzo perché non so che scrivere. Mi ripeto: “è il loro primo disco, bisogna incoraggiarli”, ma poi: “accidenti come faccio a non farmi aspettare fuori dalla radio?”. E allora vi spiego il disco così mi aiutate nella scelta.

Le luci nei posti dimenticati (''Lights in Forgotten Places'') evocano paesaggi molto bui in luoghi periferici, se non rurali, di città postindustriali, si parte infatti con ''Silent Towns'': intro zero e un timbro vocale che mi ricorda Jim Kerr dei Simple Minds, alcune note mi rammentano i RadioHead e i primi U2.

Bene, direte voi, che cosa vuoi di più da un disco? Nulla, dico io, andiamo avanti: la canzone prosegue spedita per 3 minuti e 41 secondi con note di grande respiro e suoni che mi fanno immaginare grandi spazi bui. E si passa poi a ''Circles Sides'': suoni ben fatti, voce sempre più alla Jim Kerr, terza traccia ''New Foundation'', inizio di chitarra, batteria, ampi spazi bui, voce di Jim Kerr, quarta traccia che parte più solare, sono le luci nei luoghi dimenticati, voce di Jim, ancora...

''Em'', chitarra distorta e bel suono che si unisce alla batteria, voce. Proseguo fino alla fine, ci sono suoni che colpiscono ma il cantato non cambia, non ci si muove da ''Silent Towns'', lo stesso monocorde uso della voce che sembra essere incollato sulle diverse tracce. Lo stesso per tutti i pezzi dell’album, perché non cambia e soprattutto perché, se non in rari casi, non riesco a comprenderne le parole, lo sto ascoltando anche ora mentre scrivo, psichedelico mi ipnotizza, ma mi stupisce, possibile che il cantato resti li immutabile per nove tracce?

Ed ecco quindi la scelta:
1) Il primo disco dei Karma Voyage ha musicalmente del potenziale, la band si deve sgrezzare un poco, ma le idee e i riferimenti musicali son ben definiti, possono quindi crescere, e molto, soprattutto nell’uso della voce
2) Il primo disco dei Karma Voyage è un piatto viaggio nel buio con un cantato che annoia e che purtroppo non riesce a far apprezzare il potenziale musicale che c’è e che a tratti si sente.

Ascoltate il disco e scegliete voi quale delle due affermazioni sia più adatta. (Marco Camozzi)