recensioni dischi
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ZHU QUARTET  "Ginkgo"
   (2023 )

Torniamo a quello che definisco sempre “jazz da divano”. Quello delicato, dove i musicisti si ascoltano tra loro, badando soprattutto all'interplay, cioè all'interazione tra gli strumenti. Gli Zhu Quartet sono un quartetto capitanato dal contrabbassista padovano Alberto Zuanon, Michele Polga al sax tenore, Stefano Cosi alla batteria e Paolo Vianello al pianoforte.

L'ispirazione iniziale per l'album “Ginkgo” arriva da una pianta di ginkgo biloba di Zuanon, piantata da piccolo e cresciuta assieme a lui. Nella musica ci sono spunti innovativi, come in “Creative Process”, dove il quartetto si concede delle dissonanze quasi da free, ma poi finiscono tonali e sincopati. Al contrario, il brano che suona più classico nel genere è “Altri tempi”.

Colori pomeridiani arrivano dalle note di pianoforte di “Sabato pomeriggio con Tommaso”, dove Alberto si cimenta in un primo assolo di contrabbasso, nella scaletta dell'album. “Agitato” non è hardcore, ma è tessuto su un tempo in 6 variamente messo alla prova. Il pianoforte di Vianello è quello che disegna i concetti, come l'arpeggio ripetuto in “Costante” o l'atmosfera generale dell'”Intro”, che si chiama introduzione ma è un brano intero.

La titletrack è caratterizzata da un dolce tema di sax. A volte non sembra più jazz, come all'inizio di “Prima del sonno”, con questo incedere drammatico del pianoforte, ma poi lo si ritrova. “Laguna” è un brano abbastanza notturno ma sereno, che chiude il disco, probabilmente pensando a Venezia.

Gli Zhu Quartet fanno anche assoli, ma non si perdono mai in virtuosismi da technical wankers; preferiscono badare all'espressività, ai sentimenti che riescono a suscitare. (Gilberto Ongaro)