recensioni dischi
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LORENZO BISOGNO QUARTET  "Open spaces"
   (2023 )

Il disco d'esordio “Open spaces” del Lorenzo Bisogno Quartet è fatto di jazz gentile e melodico. Il quartetto è il classico formato da Bisogno al sax tenore, Manuel Magrini al pianoforte, Pietro Paris contrabbasso e Lorenzo Brilli alla batteria, con ospite Massimo Morganti al trombone.

Le composizioni sono fatte da armonie ricercate, con molti accordi composti, per ottenere la tipica indeterminatezza, ma senza sconfinare nella dissonanza. “Searching for the next” rende bene l'idea, per la quale Lorenzo ha preso ispirazione dal jazz contemporaneo, esperito in un soggiorno a New York. L'andamento rilassato ha aperto il disco in “Time to find out”.

In “Groovy”, il contrabbasso inizia strofinando le note, dando per un attimo una sensazione di musica da camera. Poi torna a suonare con le dita, ed ecco una sequenza sospesa di accordi, con il sax e il trombone che tessono una melodia che si agita come nei momenti più sorprendenti di Frank Zappa. Poi, la batteria avvia un ritmo dritto, che permette al pianista di levarsi dalla funzione di accompagnatore e inizia ad improvvisare anche lui.

La forza di “Cicli solari” è contrastata dalla morbidezza di “Cicli lunari”, in cui la batteria non c'è. Completano l'album due standard, “317 East 32nd Street” e “The Moontrane”, che spostano nella tradizione il Lorenzo Bisogno Quartet. Dunque una commistione di classico e innovativo. In ogni caso, jazz da manuale. (Gilberto Ongaro)