recensioni dischi
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BAD PRITT  "Debris"
   (2023 )

Luca Marchetto s'inventa un nome d'arte storpiando quello di un attore, e diventa Bad Pritt. Cosa può significare musicalmente? Questa “colla cattiva” è musica cinematica, emotivamente coinvolgente. “Debris” è il nuovo album, uscito per Shyrec Records, e come titoli delle tracce, presenta dei giorni del calendario. Non sappiamo quale sia il collegamento, se siano i giorni di creazione dei brani, o se siano legati ad eventi pubblici o privati.

Fatto sta, che “February 6th” e “February 7th” sono unite tra loro. La musica del 6 febbraio ripete un loop orchestrale, distorcendolo gradualmente nello scorrere dei 7 minuti, mentre il 7 febbraio si ritrova lo stesso loop, ma al pianoforte, accanto a rumori d'ambiente, legati all'esecuzione stessa allo strumento. In “July 13th” dev'essere successo qualcosa di drammatico: il basso è preponderante, e assieme alle distorsioni crea un ambiente claustrofobico. Più rilassati a fine anno, “December 28th” è un pianoforte tranquillo. Anche qui si ascoltano i rumori delle dita sui tasti, e dei martelletti. C'è pure una nota leggermente scordata, che viene lasciata così, e dà un particolare colore, quelle due volte che viene toccata.

Il cambio del giorno porta qualcosa di diverso: “December 29th”, trainata da percussioni in reverse, apre la strada a roboanti suoni orchestrali, che dapprima fanno paura, poi si trasformano in un liquido cristallino, raggiunti di nuovo dal pianoforte. Dal 29 dicembre al “May 9th” il passaggio è quasi indolore. Sopra gli accordi di pianoforte, un suono elettrico posto a distanza, si comporta come una sirena. Nella seconda metà del brano, il pianoforte esegue una modulazione suggestiva, poi raggiunta e ricalcata da un coro celestiale, assieme alla distorsione elettrica. L'episodio più commovente dell'album.

In chiusura, gli oltre 9 minuti di “September 27th” sono accompagnati diciamo da un “elicottero”, mentre il pianoforte ripete un giro armonico, sempre più forte, mentre anche il suo suono viene degradato, fino a venire immerso dalle forme d'onda noise. Quella di Bad Pritt è musica di pochi elementi ripetuti (come nell'arte seriale), dove prestare attenzione soprattutto alle elaborazioni costanti nel timbro, e alla creazione di un ambiente sonoro-spaziale, che dal vivo corrisponde in esibizioni corredate da visual art.

One man band... anzi one man orchestra! (Gilberto Ongaro)