recensioni dischi
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FIL ROUGE QUINTET  "L'īle noire"
   (2025 )

Un lavoro intenso e di spessore, quello proposto in questo secondo disco dei Fil Rouge Quintet, solido combo capitanato da Manuela Iori, pianista e compositrice, con Maria Teresa Leonetti, autrice dei testi e cantante.

Completano la formazione Charles Ferris alla tromba e flicorno, Michele Staino al contrabbasso, e la "vecchia conoscenza" (almeno per me) Ettore Bonafč, eclettico percussionista qui anche alle tabla. E' presente anche uno special guest come Javier Girotto in un brano con il suo sax.

''L'ile noire'' presenta sette brani fra cui una cover eccellente, quella ''Alexander Platz'' di Battiato conosciuta nella celebre interpretazione di Milva, qui in una originale versione sincopata e con accordi dissonanti e tromba espressiva quanto la voce.

La tematica dei brani si rifą al concetto introspettivo del considerare un arcipelago di isole dentro ognuno di noi, isole che ci rappresentano in tanti variegati aspetti: ecco quindi che occorre riconoscere ciņ che č da salvare, da preservare, da non fare morire, e lo si puņ realizzare solo attraverso una introspezione.

I testi sono cantati e recitati in italiano e francese. Le musiche attingono da vari generi, jazz ma anche classica ed etnica. Una caratteristica che si evidenzia all'ascolto č la cura degli arrangiamenti che, utilizzando spesso tempi dispari e soluzioni armoniche non scontate, danno l'idea della mutevolezza delle vicende della vita.

Un importante equilibrio č mantenuto perņ dal fatto che ogni strumento esprime e dialoga in armonia non conflittuale. Molto caratteristici i timbri sonori del flicorno, del contrabbasso e delle tabla. La voce č evocativa e capace di esprimere virtuosismi bene interfacciati dal tocco pianistico deciso ed articolato ma mai troppo protagonista.

Cito due brani su tutti che ben rappresentano quanto descritto: il quarto in scaletta "Le vent de la mer" ed il primo omonimo del disco "l'ile noire". Degna di menzione anche l'illustrazione di copertina del francese Zodanzo.

Voto 7 e 1/2. (Roberto Celi)