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22/09/2019   FILIPPO VILLA
  ''Pensavo che le mie canzoni fossero bruttine. A 34 anni mi hanno gentilmente fatto notare che non era così...''

''Storielle Dispari'' è l’album di esordio di Filippo Villa, cantautore veronese, che nel novembre 2018 ha partecipato alla serata finale del Premio Fabrizio De André all’Auditorium Parco della Musica. Il brano con cui il cantautore veronese è stato finalista al prestigioso premio dedicato a Fabrizio De Andrè è “Alfista”. “L’alfista” è il maschio italiano che durante la notte di San Lorenzo sfreccia interrompendo il frinire dei grilli sui tornanti dell’Appennino, incurante del bello che accade nel cielo sopra la sua testa. “Alfista” è una canzone d’amore realista, senza ipocrisia, nuda.

Ciao Filippo, come mai hai dedicato una canzone all’alfista? ''Ciao! Ho pensato all’alfista perché volevo rappresentare in una parola il maschio italiano appassionato di motori. “Alfista” è una canzone d’amore al contrario. Ti porto al mare ma in realtà sto guidando la mia bella macchina...''.

Per conoscerti meglio, vuoi raccontarci come ti sei avvicinato alla musica? ''Ho sempre ascoltato molto e scritto (ma solo per me). Pensavo che le mie canzoni fossero bruttine. A 34 anni mi hanno gentilmente fatto notare che non era così. Allora mi sono buttato e ora le sto portando in giro''.

“L’alfista” è una delle undici storie raccontate nel tuo album “Storielle dispari”. Quali sono stati gli spunti che ti hanno ispirato per mettere giù queste undici “storielle”? ''Gli spunti sono tutto ciò che ho attorno. Le undici canzoni sono undici cortometraggi. Sono tragiche, comiche, concrete e non. Non sono autobiografiche ma naturalmente poi trovo qualcosa di mio, talvolta così profondo da accorgermene solo dopo aver riletto il testo''.

Undici storielle che prendono spunto dalla realtà o hanno anche ispirazioni fantasiose? ''Di solito parto da cose concrete ma poi la fantasia va per la sua strada. Sono deliri controllati. Meglio questo che la camicia di forza...''.

“L’alfista” ti ha dato l’opportunità di far conoscere la tua musica ad un evento importante per la musica italiana come il Premio De Andrè.Quanto contano i Premi e i concorsi per la musica italiana e soprattutto per gli artisti indipendenti come te? ''Contano perché aiutano a conoscere i nostri simili. Danno anche visibilità, ma partecipare solo per quello è pericoloso. Consiglio i concorsi ma a patto che si cerchi di imparare. Il Premio De André mi ha fatto risparmiare qualche anno di lavoro su me stesso. Adesso so cosa voglio e soprattutto mi sto divertendo''.

Ci sono cantautori e compositori a cui ti ispiri per raccontare al meglio una storia? ''Nessuno in particolare ma è normale pescare da ciò che immagazzino ascoltando. Credo valga per tutti. Per esempio, “Alfista” è una lontana parente de “La mia macchina” di Concato. Ma me ne sono accorto anni dopo averla scritta''.

Nel 2017 sei stato tra i protagonisti della serata di premiazione “Poesie nel parco” in provincia di Verona. Quanto è importante che gli artisti siano parte integrante e a sostegno della cultura sul proprio territorio? ''Tutto aiuta. Bisogna stare con gli altri e condividere cultura, ispirazione e idee. È un vantaggio per tutti. Musicisti, non state a casa''.

Hai nuovi elementi che stanno ispirando le tue prossime canzoni? ''Sì, sto cercando nuovi spunti e per fortuna ce ne sono a tonnellate. Viviamo su un pianeta pieno di plastica ma anche pieno di cose belle''.

Grazie Filippo e in bocca al lupo per il prosieguo della tua carriera. ''Grazie a te e un saluto a tutti i lettori. Il mio album è disponibile sulle piattaforme digitali: https://songwhip.com/album/filippo-villa/storielle-dispari, mentre questi sono i miei social:

Facebook: https://www.facebook.com/filippovillamusica/
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Spotify: https://open.spotify.com/artist/0lyTm22KZL0aNDszWhQkfD