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05/01/2021   LØVE
  ''Il bello delle relazioni umane è viverle, attimo dopo attimo, spontaneamente...''

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Daniele Capone, in arte LØVE, nome che – come ci spiega – non ha niente a che vedere con l’amore, ma è di derivazione danese. Il cantautore romano è recentemente tornato a far parlare di sé con un nuovo singolo dal titolo ''Lune Storte''. Gli abbiamo chiesto di parlarcene.

Prima domanda per rompere il ghiaccio: chi è LØVE? E perché non LOVE? ''Parto rispondendo alla seconda domanda perché la spiegazione è molto semplice: la parola LØVE ha un significato diverso rispetto alla parola LOVE, infatti letteralmente significa “Leone” tradotto dal danese, per quello è presente la O sbarrata che è una lettera dell’alfabeto danese per l’appunto. Poi si può giocare sulla similitudine tra questa parola e LOVE tradotto dall’inglese come tutti lo conosciamo col suo significato di Amore, e mi piace pensare che questa parola possa assumere connotazioni e valori diversi a seconda di come la si interpreta. Per quanto riguarda la prima domanda, LØVE è innanzi tutto un qualcosa di introspettivo e riflessivo, è allo stesso tempo me e la mia musica, è me in senso più intimo, privato e personale ed è il me che si mostra pubblicamente, che si mette a nudo su un palco e si mostra agli altri senza veli e spesso senza peli sulla lingua. Chi mi conosce sa che sono una persona trasparente ed emotiva e questa trasparenza anche riguardo al mio mondo interiore è ciò che voglio comunicare attraverso la mia musica e quindi attraverso LØVE''.

Come ti sei avvicinato alla musica e qual è stato il momento in cui hai capito che questa era la tua strada? ''Mi sono avvicinato alla musica a 8 anni, quando ho iniziato, spronato dai miei genitori, a prendere lezioni di pianoforte. Da quel momento la musica è stata una costante silenziosa della mia vita. Quando a 16 anni ho smesso di prendere lezioni di piano, ho avvertito un grande vuoto dentro, in quel momento, nei mesi successivi mi resi conto che quel vuoto era la voglia di continuare a studiare e fare musica. Da lì decisi di iniziare lezioni di canto, e di scrivere i miei primi testi e melodie al piano. È lì che ho realizzato di voler far musica a tutti i costi''.

Che cosa ne pensi dell’attuale scena musicale italiana e in che modo pensi di poterla arricchire? ''Sinceramente penso che ci sia un po’ di disfattismo riguardo la scena italiana attuale. Io sono un grande appassionato da sempre della musica italiana. Spesso si fatica a capire il cambiamento generazionale e l’evoluzione delle cose. La figura del cantautore, così come i generi di musica prevalenti, sono cambiati e si sono evoluti, non sto qua a giudicare se l’hanno fatto in peggio o in meglio, semplicemente bisogna abituarsi e saper apprezzare e ricercare gli aspetti positivi anche nelle nuove correnti musicali. Io penso di essere un esempio di come la figura del cantautore si è evoluta, contaminata ed è mutata in qualcosa di nuovo, e vorrei trasmettere questa mia visione e inserire questa concezione nel panorama musicale attuale, sia dal punto di vista degli ascoltatori che da quello degli artisti e addetti ai lavori. Sicuramente non dobbiamo accontentarci di quello che i media e l’industria della musica di massa ci propone, non perché sia necessariamente di bassa qualità, ma perché ci sono tanti ragazzi interessanti, emergenti e persone che hanno esigenza espressiva e faticano a farsi strada, che hanno prodotti di altissima qualità e con un lavoro immenso di ricerca artistica dietro, che meriterebbero di essere valorizzati''.

Che cosa ascolti quando non sei impegnato nella creazione di un nuovo pezzo? ''Generalmente mi piace sentire musica lontana dal genere e dai sound che comunemente uso io, perché mi piace arricchirmi. Mi piace scoprire nuovi artisti, contaminare i generi e ricercare nuovi sound. Ad esempio, mi piace molto la musica classica, mi piace molto il rap old school, o la musica EDM. Ovviamente non mancano ascolti relativi alla musica più vicina a me, ma quella la ascolto più che altro perché da artista sono tenuto a informarmi su ciò che ho intorno, sulla realtà attuale in cui mi trovo, sulle novità discografiche e sulla musica di tendenza''.

Che cosa vuoi comunicare con il tuo singolo ''Lune storte''? ''È un brano al quale tengo particolarmente per la semplicità e la spensieratezza con la quale è nato. ''Lune Storte'' comunica in primis me stesso, quel mio lato di persona semplice e meno conscious, il mio modo di essere e di esprimermi nella mia quotidianità e la mia spontaneità. In secondo luogo, in senso più profondo, voglio comunicare che le differenze di status sociale, non devono pregiudicare i rapporti umani, che l’apparenza non è tutto, che spesso gli opposti veramente si attraggono, o meglio, si possono attrarre se viene messo da parte il pregiudizio e che il bello delle relazioni umane è viverle, spesso senza troppe implicazioni, attimo dopo attimo, spontaneamente''.

Ci racconti un aneddoto curioso inerente ad un tuo live? ''Sì, volentieri: allora, era Capodanno scorso, e fui invitato a cantare ad una serata molto importante, su un palco prestigioso, allestito per l’occasione nella piazza di Garbatella, uno dei quartieri più importanti e conosciuti di Roma, la mia città. Sapevo che era un’occasione irrinunciabile, nonostante avessi già organizzato con un mio gruppo di amici e conoscenti di trascorrere la notte di Capodanno in una villa fuori Roma, che avevamo affittato proprio per l’occasione. Non avrei potuto rinunciare ad esibirmi su quel palco, in quell’occasione. Allora caricai la mia macchina, con tastiera, chitarra, microfono, aste e tutto ciò che poteva servirmi per l’occasione, e andai all’esibizione. Appena terminato di cantare, verso le 22.00 di sera, salutai gli organizzatori ringraziandoli molto per l’occasione, ricaricai la macchina con tutta la mia roba e gli strumenti (a stento entravo dentro la macchina), e mi misi alle 22.30 in macchina da solo, la sera di Capodanno per andare a raggiungere tutti i miei amici che stavano già dalla mattina alla villa fuori Roma. Mi feci il viaggio e raggiunsi a mezzanotte spaccata il gruppo di amici alla villa, mi ricordo ancora che varcai l’ingresso della casa nel preciso istante in cui sentii lo schiocco dei tappi delle bottiglie che saltavano in aria per brindare all’anno nuovo. Questo aneddoto per dire quanto sia importante la musica per me, la vita di un artista è fatta anche di questo, di nottate in macchina, di strumenti trasportati una macchina dove a stento c’è spazio per te, in giro per l’Italia e non solo, anche nella notte di Capodanno. Quella sera conobbi la persona che mi sta cambiando la vita dal punto di vista musicale, che in quell’occasione era il fonico dell’esibizione, Marco Lecci. Probabilmente se avessi rinunciato ad andare su quel palco, quella sera, per farmi il mio Capodanno sereno con gli amici, non starei qui a raccontarvi questa esperienza e la mia vita, musicale e non, avrebbe avuto una piega diversa''.

Quali sono i tuoi buoni propositi per il 2021? ''Innanzitutto, a breve uscirà qualcosa di nuovo, ancora non rivelo nulla al riguardo, ma entro qualche giorno annuncerò delle news importanti sui miei social network. Poi, al di fuori del contesto musicale, sto per laurearmi, e quello è un altro traguardo personale molto importante per me che conto di conseguire a breve. Per quanto riguarda invece il discorso artistico più a lungo termine, sicuramente ci sono tanti progetti in ballo, la musica non si ferma mai, ed io non smetto mai di progettare, scrivere, comporre e sperimentare, in attesa di tornare su un palco e a esibirmi live, non vedo l’ora''.