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news - rassegna stampa

12/02/2017   GIUSTO PIO
  Il grande compositore, storico collaboratore di Franco Battiato, si è spento oggi a 91 anni

È morto a Castelfranco Veneto, dove era nato, il musicista compositore Giusto Pio: aveva compiuto l'11 gennaio 91 anni. Pio è noto al grande pubblico per aver collaborato con Franco Battiato, con cui lavorò già dalla fine degli anni Settanta. Nel 1981 vinse il Festival di Sanremo come autore del brano ''Per Elisa'', insieme a lui e Alice. Ci sono grandi uomini silenziosi dietro suoni immensi. Compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra, Giusto Pio aveva un modo magico di suonare il violino e Battiato lo scelse come insegnante. Nel '79, anno de ''L'era del cinghiale bianco'', quando l'artista siciliano era un alieno nei Discoring dell'epoca sdraiato su tappeti persiani, Pio lo accompagnò col suo strumento. Negli anni divenne conosciuto anche per aver collaborato con Giuni Russo o Milva. Negli anni Ottanta, nei primi Novanta, fu il suo tocco sperimentale, fantasioso e sapiente, a contribuire a crearne il senso. Oltre le collaborazioni, Pio vanta dieci album in studio - da ''Quartetto Creolo'' (Durium, D30-040) registrato nel '63 con un quartetto d'archi composto, oltre che da lui, anche da Giuseppe Magnani (violino), Rinaldo Tosatti (viola) e Nereo Gasperini (violoncello), a ''Le vie dell'oro'' (Fondazione Villa Benzi-Zecchini) del 2000. Si dedicò anche alla musica sacra. Negli ultimi anni, dipinse. E scrisse un inno alle Dolomiti. Due inediti - che si trovano nel volume ''Suoni versi colori Sapori'', s'intitolano ''Clandestino'' e ''Centro di accoglienza''. "È musica lui stesso", racconta chi lo conosceva bene. Fu Battiato a cercarlo. "Aveva chiesto di ricevere lezioni di violino, per questo veniva a casa mia. Poi, dal momento didattico, siamo passati a quello sperimentale. Facevamo, insieme, un lavoro di ricerca molto interessante. Il nostro era un esprimersi non codificato da regole precise. Ad un certo punto è stato Franco a spingermi verso la composizione. Cosi sono nati i primi brani e il primo disco. Abbiamo avuto fortuna. Ricordo ancora con emozione il primo Lp di larga diffusione, si intitolava ''L'era del cinghiale bianco'' e coincideva praticamente con un diverso modo di fare musica di Battiato", si legge in un intervista di quasi sei anni fa. Orme in rete, impronte. "Le parole erano di Franco. Io, sostanzialmente, intervenivo sulle sonorita", diceva. Dopo ''Patriot'', un milione di copie vendute, arrivò ''La voce del padrone''. E dopo ancora oltre un centinaio di canzoni. Brani che cantava l'Italia intera. Come ''Un'estate al mare'', che ha la doppia firma Battiato-Pio. Pio studiò al conservatorio di Venezia, diplomandosi in violino. Dopo aver vinto un concorso si trasferì a Milano. E ci rimase per 40 anni prima di decidere di tornare a Castelfranco Veneto. Suonò con l'orchestra sinfonica della Rai, ma inarrestabile e vitale, anche in numerosi complessi. Per eseguire brani cinquecenteschi Pio utilizzava la lira da braccio. Aveva un repertorio enorme, che andava dal Trecento fino al suo presente. Per questo riuscì ad avere visioni di futuro. "La musica non possiede confini - diceva -. Adesso poi, con l'elettronica, si sono aperte nuove, straordinarie possibilità". Per i suoi novant'anni il Conservatorio Steffani di Castelfranco aveva organizzato una serata al Teatro Accademico per consegnargli il Premio alla carriera voluto dal conservatorio per il maestro, divenuto nel tempo l’ambasciatore della musica castellana nel mondo. Purtroppo il festeggiato non era potuto andare, durante le vacanze di Natale era caduto fratturandosi l'anca. A ritirare il premio, voluto dal direttore del conservatorio Paolo Troncon, era andata la moglie Maria Bottari, accompagnata dai figli Stefano (orchestrale della Fenice) e Giulia. Pio era ottimista, si è spento in silenzio. "La speranza in un domani migliore esiste sempre. Anche perché vedo tanta gente portare avanti il mondo in silenzio. Purtroppo, a far notizia, sono quasi sempre i fatti negativi. Invece, esistono tante persone, spesso sconosciute, che fanno un gran bene e di loro non parla nessuno". (Repubblica.it)