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11/05/2025
MIA MARTINI
A 30 anni dalla morte viene pubblicata la raccolta ''Tarab'', con rarità inedite e versioni alternative

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11/05/2025   MIA MARTINI
  A 30 anni dalla morte viene pubblicata la raccolta ''Tarab'', con rarità inedite e versioni alternative

A 30 anni dalla morte di Mia Martini, esce "Tarab (Soffio d’anima)", molto più di una semplice raccolta di brani. Si tratta infatti di un vero e proprio viaggio nel cuore artistico di Mimì, un omaggio postumo che punta a restituirne l’anima più intima. Pubblicato da Nar International/Warner Music Italy in digitale, su cd e in un elegante doppio vinile crystal, il disco raccoglie rarità inedite, versioni alternative e interpretazioni mai ascoltate prima, curate da Maurizio Piccoli, che ne ha firmato la produzione artistica.

Il titolo stesso, "Tarab", è un richiamo evocativo. Deriva dalla parola araba tarabi (طرب), intraducibile con un solo termine, e racchiude l’idea di uno stato di estasi, di abbandono emotivo provocato dalla musica. Un concetto che ben descrive l’esperienza dell’ascolto di Mia Martini, capace di generare commozione e vibrazioni profonde fin dalle prime note.

Tra le chicche in scaletta c'è proprio "Tarab", un brano del tutto inedito risalente alla fine degli anni Ottanta o ai primi anni Novanta, composto unicamente da vocalizzi, come un respiro d’anima sospeso tra dolore e bellezza. Di grande valore anche "Madre e figlia", scritta nel 1982 su testo della stessa Mia Martini e musica di Guido Guglielminetti, che emerge ora per la prima volta con la forza di una confessione sussurrata nel tempo. "Il fiume dei profumi", già noto nella versione pubblicata nell’album "Lacrime" del 1992, viene qui riproposto in un’intensa demo registrata nel 1991 nello studio casalingo di Biagio Antonacci. Nell’intimità dell’ottavo piano di via Fiordalisi a Rozzano, la voce di Mimì si posa per la prima volta su queste note, accompagnata dal giovane Antonacci alla sua tastiera Yamaha DX7, in un’atmosfera di rara autenticità. Proprio questo brano accompagna l’uscita dell’album con un videoclip curato da Giuseppe Coviello, che ha firmato anche l’artwork e la grafica del progetto.

Non mancano i riferimenti alla grande tradizione della canzone d’autore italiana, come nella rilettura di "Il pescatore" di Fabrizio De André, già eseguita dal vivo e pubblicata nel 1983 nel disco "Miei compagni di viaggio", qui proposta con un’inedita veste musicale e un’interpretazione completamente rinnovata, frutto del lavoro svolto negli anni Novanta. Spiccano poi "Di tanto amore" composto dall'amato Ivano Fossati; la versione solista di "Stiamo come stiamo" che Mimì avrebbe poi portato a Sanremo con la sorella Loredana Berté; "Io e la musica” di Amedeo Minghi e Antonio Coggio; "All blues" di Miles Davis; la potente “Vivo”, canzone inedita del 1977 che avrebbe dovuto fare parte dell'album “Per amarti”; “Un altro atlantico” di Maurizio Piccoli; "Il giorno che verrà", qui nel vocalizzato che somiglia a una cantilena dolce, il sogno della maternità che poi sarebbe stato approfondito nella versione completa e scritta dalla stessa Mia Martini di "Nanneò".

Impossibile non citare, poi, "Almeno tu nell’universo", brano simbolo del ritorno di Mia Martini al grande pubblico nel 1989. Scritto da Bruno Lauzi su musica di Maurizio Fabrizio, viene qui presentato nella versione del provino originario, quello fatto ascoltare alla commissione di selezione del Festival di Sanremo. Una versione spoglia, quasi nuda, ma capace di far emergere con forza la fragilità e la grandezza di un’artista unica. Escluso dalla raccolta, invece, in maniera inspiegabile "Minuetto", il capolavoro firmato per lei nel 1973 da Franco Califano. "L’idea di celebrare i trent’anni dalla scomparsa di Mia è nata all’inizio del 2024", racconta Maurizio Piccoli. "Da subito è emersa la volontà di dare voce a registrazioni rare, inedite, conservate su audiocassette o nastri DAT, alcune provenienti da live, altre da sessioni di prova in studio. Il lavoro ha preso due direzioni: da una parte il recupero della voce originale di Mimì, dall’altra la creazione di nuovi arrangiamenti per offrire un contesto sonoro più moderno e rispettoso della sua intensità interpretativa. È stato come viverle accanto ogni giorno, come donarle una nuova primavera dopo quel maggio spezzato del 1995". Un ruolo importante lo ha avuto anche Franco Canuto, profondo conoscitore del mondo di Mia Martini, il cui contributo, fatto di ascolti attenti e suggerimenti partecipati, è stato decisivo nella definizione finale del progetto.