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18/05/2025
EUROVISION 2025 - IL NOSTRO COMMENTO (SEMISERIO)
Il contest secondo ''Sua Acidità'' Enrico Faggiano

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18/05/2025   EUROVISION 2025 - IL NOSTRO COMMENTO (SEMISERIO)
  Il contest secondo ''Sua Acidità'' Enrico Faggiano

E alla fine vince l’Austria, questo ESC 2025 di Basilea, e forse sarà anche banale ma meglio così dato che lo sprint con Israele avrebbe potuto dare risultati molto più scottanti. Vince una classica canzone da ESC, ovvero qualche acuto, un po’ di strazi esistenziali, una coreografia da urlo e, tutto sommato, la tranquillità di chi poteva fare meglio ma pure peggio. E si tornerà quindi oltre Brennero, nel 2026.

Ma la verità è che nessuno guarda l’ESC per sentire le canzoni, che come sempre avranno distribuzione pressochè inesistente e sparizioni già il giorno dopo: avvertitemi se sentirete per radio gli svedesi a dichiarare il loro amore per la sauna, o la finlandese a gridare i propri orgasmi.

Giusto così, perché qua il bello è il servizio completo di canzone e, soprattutto, coreografia. Altrimenti, siamo al classico autoscontro moldavo, almeno con il ban all’autotune che rende l’ESC più digeribile dei finti cantanti sanremesi. E il bello è poi stare a vedere come l’eccesso sia il normale, e il normale (Corsi, il Portogallo) siano l’eccesso.

Italia, quinta. Come sempre o quasi, la migliore delle Big Five, a prova che sono sempre proposte di qualità e che il brand, da quelle parti, funziona. Non era un brano semplice, per queste situazioni c’è bisogno di un qualcosa che abbia impatto visivo: non potendo mostrare le bocce o altro, anche la sola armonica è bastata.

Giurie molto discusse: misterioso il 12 italiano all’imbarazzante proposta britannica, mentre la platea di Basilea è rimasta scossa dallo zero svizzero ricevuto dai voti casalinghi. Mai come quest’anno ci sono state dicotomie che fanno pensare, sempre di più, ad interventi politici e al fatto che certe delegazioni avranno sempre voti, altre praticamente mai.

E qui si apre il piccolo fronte di San Marino, che si lamenta per il non voto italiano. Vero in parte: il pubblico italiano ha dato i 12, è mancata la giuria che, come detto, ha fatto altre, surreali, scelte. Però hanno guadagnato l'accesso alla finale, cosa non scontata. Il problema rimane che lì non hanno un pacchetto voti garantito come molte altre nazioni, e si sa che viene votata la nazione, e non la canzone. "Tutta l'Italia" per l'Italia sarebbe arrivata in alto, Lucio Corsi per San Marino non avrebbe preso voti nemmeno dai parenti stretti.

I voti, appunto, ma non solo. Sarà il caso che l’ESC prenda una posizione un po’ più corretta sulla presenza di Israele. E’ vero che questa è sempre stata una manifestazione più politica che canora ma, lungi dal dare giudizi su questioni molto più gravi che non canzonette, qualcosa non funziona.

L’imposizione data alle televisioni di non parlare del forte dissenso, in sala e fuori, sulla presenza della delegazione israeliana cozza un po’ con il concetto di libertà di espressione, e non ci si può poi lamentare se le cronache non censurate raccontino qualcosa di diverso rispetto al peace and love imposto dai grandi capi. Ma può l’ESC avere il coraggio di prendere decisioni che altri (il basket, ad esempio) non hanno preso?

Alla fine, come detto, è un meraviglioso spettacolo televisivo dove forse è mancato un po’ di vero trash, al di là delle proposte pornosoft di Finlandia e Malta (almeno la prima con molta più autoironia), e dove almeno si è tornati, in tanti, ad utilizzare la propria lingua madre. Buoni ascolti, siamo tutti felici, e arrivederci all’anno prossimo. Ah, i preferiti dello scrivente? I pazzi nella sauna, i tristissimi lituani, le lettoni vegetali e poco altro. Oltre che, ovviamente, all’impiattamento lussemburghese. (Enrico Faggiano)